Traffico di hashish sull’asse Napoli-Cagliari: 11 arresti

di Redazione

Operazione congiunta di Polizia di Stato e Guardia di Finanza che ha sgominato un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga. Gli agenti della Squadra mobile di Cagliari, coordinamenti della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo sardo, da parte loro, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 11 indagati, di cui 8 residenti a Cagliari e 3 a Napoli, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di esplosivo. In Sardegna le misure cautelari hanno interessato i cagliaritani Stefano Medda, 42 anni; Carlo Tintis, 46; Gaetano Tintis, 59; Antonio Tintis, 36; Matteo Tintis, 29; Fabrizio Moroni, 42; Fabrizio MEdda, 21, già detenuto; Vittorio Piras, 21. In Campania arrestati: Luigi Del Prete, 28 anni, di Mugnano di Napoli; Carlo De Luca, 31, ed Emiddio Romano, 39, entrambi di Napoli.

L’indagine è stata avviata nel 2015, con il coordinamento della Direzione centrale dei servizi antidroga, nei confronti di un sodalizio criminale, operante con le modalità tipiche del metodo mafioso, dedito al traffico di sostanze stupefacenti tra la Campania e Cagliari. Acquisiti significativi elementi di colpevolezza a carico del gruppo, composto da sardi e campani, coinvolto nel traffico di ingenti quantitativi di droga, in particolare hashish, da destinare allo spaccio su “strada” nella provincia di Cagliari. Accertate, nel corso di due anni, 30 importazioni di sostanza stupefacente dal napoletano verso l’Isola, di circa 300 chili per ogni singola spedizione, per un totale di 10,4 tonnellate di hashish dal napoletano verso l’isola.

E’ stato poi dimostrato che le spedizioni avvenivano attraverso ditte di copertura – la società S.a.v.i. Alimentari di Napoli a favore della ditta “Bevande Distribuzione” riconducibile a Matteo Tintis – che simulavano la spedizione di commesse alimentari di varia natura corredata da falsa documentazione commerciale. Sono stati eseguiti, a riscontro delle operazioni tecniche effettuate nell’indagine, tre arresti in flagranza ed il sequestro di circa 1300 chili di hashish. A seguire tutte le fasi dell’indagine.

Durante la mattinata del 5 febbraio 2016 veniva intercettato e sequestrato, presso il capannone della ditta Villano di Sestu (Cagliari), un ingente quantitativo di hashish, di quasi 300 chili, diretti al gruppo Tintis/Medda e spediti il giorno prima dal napoletano. Lo stupefacente era stato occultato all’interno di tre pedane di casse di birra provenienti da Napoli destinate alla ditta Tintis Bevande Distribuzioni (di Matteo Tintis) con sede a San Gavino Monreale. Dopo quel sequestro, la notte del 21 febbraio 2016 Luigi Del Prete faceva collocare ed esplodere un ordigno davanti ad un bar/agenzia scommesse a Quarto (Napoli), provocando ingentissimi danni. Nell’aprile 2016 venivano tratti in arresto Fabrizio Medda e Fabrizio Moroni, bloccati al porto mentre si adoperavano per il ritiro dell’imbarcazione spedita da Napoli da Emiddio Romano (commerciante di imbarcazioni) e per conto di Luigi Del Prete. Occultato nell’intercapedine del motoscafo di altura veniva rinvenuto lo stupefacente.

Nel giugno 2016 veniva tratto in arresto Carlo Tintis che ritirava una spedizione costituita da una cassa di assi di legno chiodate ed avvolta con vari strati di cellophane, al cui interno venivano rinvenuti 16 involucri contenenti lo stupefacente. Di particolare spessore risultava il connotato criminale dell’organizzazione, non solo per la capacità di gestire, anche finanziariamente ingentissime partite di stupefacente ma per la pericolosità espressa dall’uso della violenza, come dimostrato dall’atto intimidatorio verificatosi nel febbraio 2016 a Napoli; veniva altrettanto accertata la significativa capacità di assistere economicamente i sodali tratti in arresto nonché le loro famiglie durante i periodi di detenzione.

Nel contesto operativo la Guardia di Finanza ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo su beni mobili – tra cui un conto corrente bancario attivo in Germania – ed immobili, in gran parte localizzati in provincia di Napoli e riconducibili a Luigi Del Prete, promotore e finanziatore dell’associazione criminale, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro. Gli approfondimenti operati dagli specialisti del Gico di Cagliari e dello Scico di Roma, sugli illegali arricchimenti da parte dei membri dell’organizzazione, hanno evidenziato una rilevante sproporzione tra la disponibilità dei beni risultati intestati o nella disponibilità dei preposti o dei loro familiari conviventi ed i redditi dichiarati ai fini delle imposte dirette: è stato così possibile individuare un rilevante patrimonio del valore di oltre 4 milioni di euro – riferibile ai tre soggetti (due sardi ed un campano) ritenuti promotori e vertici dell’associazione criminale. Tra i beni individuati figurano alcune abitazioni situate in provincia di Cagliari e diversi immobili ubicati in Campania.

Mirati accertamenti bancari hanno portato anche all’individuazione di conti correnti, tra i quali uno acceso in Germania intestato a Del Prete, 26 beni immobili, una società e 5 prodotti finanziari. Nel corso delle indagini, operate con il supporto di equipaggi del Reparto prevenzione crimine Sardegna della Polizia di Stato, sono state eseguite anche 30 perquisizioni domiciliari, delegate dalla Procura di Cagliari, di cui 10 in provincia di Cagliari, 18 in provincia di Napoli, presso abitazioni e sedi societarie riconducibili a Del Prete, e una in provincia di Caserta.

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