Milano, terrorismo: arrestato un “lupo solitario” dell’Isis

di Redazione

La Polizia di Stato, insieme ad agenti delle Digos di L’Aquila, Teramo, Milano, Piacenza, Cuneo, della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione, della polizia postale di Pescara, Milano Bologna e Roma, ha concluso un’importante operazione per il contrasto al terrorismo di matrice jihadista. A Milano è stata data esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di L’Aquila, nei confronti del 22enne egiziano Shalabi Issam Elsayed Elsayed Abouelamayem, residente nel capoluogo lombardo, per associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia per delitti di terrorismo, poiché ritenuto organico allo “Stato Islamico”, intenzionato di andare a combattere per Daesh ed intraneo alla macchina della propaganda di quest’ultimo.

A Teramo è stato denunciato in stato di libertà, in quanto indagato per il reato di terrorismo internazionale, un 21enne egiziano già residente a Botricello (Catanzaro) e di fatto domiciliato in Colonnella (Teramo), al quale è stato notificato il decreto del Ministro dell’Interno che ne stabilisce l’espulsione dall’Italia in quanto ritenuto pericoloso per la sicurezza dello Stato. Un terzo egiziano è stato denunciato in stato di libertà, in quanto indagato per il reato di terrorismo internazionale: è residente a Piacenza e si trova attualmente all’estero. Sono in corso fattive ricerche finalizzate al suo rintraccio.

Le indagini, estremamente complesse e articolate, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo, sono state coordinate dalla Procura antimafia di L’Aquila, iniziando h nel dicembre 2017 e portando alla luce la presenza di un ristretto gruppo di cittadini egiziani, composto da tre persone, fortemente radicalizzati, con dichiarati sentimenti di odio nei confronti dell’occidente, che ha in Shalabi la sua figura carismatica. All’inizio delle indagini quest’ultimo risiedeva a Colonnella, in provincia di Teramo, come dipendente dell’azienda che aveva in appalto le pulizie del Mc Donald’s ubicato in quel centro; dal 20 giugno Shalabi si era trasferito a Cuneo, mantenendo le stesse mansioni lavorative, mentre dal primo agosto il cittadino egiziano si era trasferito a Milano, dove aveva trovato lavoro, in nero, presso una azienda per la bitumazione stradale, cambiando per ben quattro volte il suo domicilio, come rilevato nel corso dei costanti e continuativi servizi di osservazione statica e pedinamento dinamico svolti, continuativamente nell’arco delle 24 ore, da personale specializzato della Direzione centrale della polizia di prevenzione. Dalle attività di captazione, telefoniche e telematiche svolte sul suo conto, sono stati recuperati numerosissimi file audio, molti dei quali con il logo della famosa rivista dell’Isis “Dabiq”, ascoltati di continuo da Shalabi, in una sorta di costante ‘brain washing’, contenenti inni jihadisti e sermoni di Iman radicali, propugnatori di odio nei confronti del mondo occidentale, sostenitori del compimento di atti di martirio in nome di Allah1 e della necessità di combattere l’occidente anche con attentati nei confronti di popolazione civile. Shalabi, infatti, in una conversazione, si dichiara pronto e disponibile a combattere ed a fare la guerra: “Sì, io mi auguro di andare lì̀ ma ancora non è arrivato il momento”. Interlocutore: “Tu vai a fare la guerra insieme a loro? (fa riferimento allo Stato Islamico ndt)”. Shalabi: “Sì, arriverà il momento in cui andrò a fare la guerra insieme a loro”. E’ lo stesso Shalabi, inoltre, che fa riferimento alla possibilità di compiere azioni violente per colpire l’occidente e diffondere la Sharia: “Se hai intenzione di fare una operazione jihadista (intesa come operazione volta a sacrificare la propria vita in nome di Allah, ndr), puoi chiederlo e stare anche un anno in attesa, potrebbero anche non chiamarti. Io conosco persone che hanno fatto domanda”.

Da un’intercettazione telefonica del 1 luglio si evince, inoltre, che Shalabi è perfettamente a conoscenza dell’esistenza di altri individui che avrebbero manifestato analogo interesse. Egli infatti afferma: Interlocutore: “Perché stai a fare tutto questo casino andando contro tutti”? Issam: “Perché io voglio che la legge di Allah copra tutta la terra”.

Le indagini, pertanto, hanno dimostrato sia che Shalabi è un miliziano dello Stato Islamico, che aspira a combattere ed a sacrificarsi per Daesh, per operare o nello scenario siriano o dove gli fosse eventualmente richiesto, sia anche, come emerso dalle attività investigative e dalle analisi web nei contesti informativi di riferimento svolti dalla Polizia postale, che Shalabi ricopre anche un ruolo significativo all’interno della complessa macchina della propaganda dello Stato Islamico, partecipando e gestendo in prima persona, grazie al peculiare skill tecnico e alla significativa conoscenza delle piattaforme social, canali e gruppi chiusi sul social Telegram, rilasciando le credenziali affinché altri potessero partecipare a tali gruppi nei quali venivano diffuse le notizie delle attività giornaliere dello Stato Islamico sia tramite la nota agenzia “Amaq” sia tramite la meno nota, ma molto diffusa, agenzia “Nasher News”. Di particolare interesse è risultata, infatti, la captazione dalle intercettazioni telematiche di un vero e proprio “mattinale” dell’Isis, nel quale sono indicati gli obiettivi ed i risultati conseguiti da Daesh nella settimana precedente in termini di: morti, feriti, auto e caserme distrutte, cristiani uccisi, prigionieri catturati.

Molto interessante è risultata la circostanza che Shalabi abbia scaricato e visionato dal gruppo Telegram “Nasher News”, un video in cui si vedono 5 ragazzi seduti a semicerchio su una roccia, con un coltello al centro ed alle spalle la bandiera dell’Isis. Si tratta della Mubaiaa (Adesione e giuramento di fedeltà allo Stato Islamico e al suo Califfo Abu Bakr al Baghdadi) fatta dai giovani presenti i quali affermano testualmente: “Oh infedeli, siamo venuti da voi con lo sgozzamento e con il permesso di Allah, onnipotente, o noi vi estirperemo, portando in alto la parola di Allah”. “O voi ci uccidete, così entriamo nel Paradiso che ci è stato promesso”, Altro elemento particolarmente interessante emerso dalle attività di intercettazione telematica è risultato essere il bando per il reclutamento di soldati diffuso da Daesh per trovare nuovi adepti disposti ad andare a combattere nelle file dello Stato Islamico, rivolto ai giovani musulmani di tutto il mondo, i quali avrebbero potuto avanzare le proprie candidature nel periodo dal 12 al 18 agosto scorsi. Le attività investigative hanno portato a ritenere che il video in questione sia la rivendicazione dell’attentato terroristico avvenuto a Danghana (Tajikistan) lo scorso 29 luglio, ove un gruppo di ciclisti occidentali è stato prima travolto da un’auto in corsa e poi attaccato da uomini armati con pistole e coltelli.

Il profondissimo livello di radicalizzazione islamica raggiunto da Shalabi è emerso con estrema chiarezza anche dalla consultazione di un video su Youtube denominato “ha sgozzato una ragazza ed ha fatto il bagno con il suo sangue” Concetto analogo, per altro, è emerso, altresì, dai servizi tecnici nei quali lo stesso Shalabi afferma: Shalabi: “Qui sulla terra esiste il peccato e gli errori. Se mi venisse concessa la misericordia di Lui (Allah) però, la cosa è (può succedere che), che (Allah) sia lodato, o ti perdona e tu ti senti in trappola e in debito per quello che hai commesso, se Allah vuole, sia lodato, (Lui) ha detto: “Questo è illegittimo (haram – contro la sharia), o qualcosa del genere, ti dà il potere di risolverla personalmente e così via…”. Perciò, mi ha mandato a dire (non si sa a chi faccia riferimento) che io debba sgozzarla e così via… ma se io sgozzo e la sgozzo lì, vedrei il suo sguardo”.

A causa della evidente pericolosità sociale di Shalabi le operazioni di arresto sono state svolte con il contributo del Nocs-Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza della Polizia di Stato. Per quanto concerne, invece, il quadro indiziario raccolto nei confronti degli altri due cittadini egiziani esso è costituito da: una spiccata radicalizzazione – indotta costantemente da Shalabi, da una marcata impronta antioccidentale, da una particolare attrazione verso lo Stato Islamico e verso la jihad, dalla campagna di odio nei confronti dell’occidente,  dall’ascolto di audio di Imam radicali, anti occidentali e favorevoli alla jihad e al martirio per Allah, ma soprattutto dalla visione di video rappresentanti attentati suicidi, altri con scene di sgozzamento e sepoltura in fosse comuni;  video relativi all’utilizzo di mitragliatrici da guerra e del kalashinkov, nonché dalla visione di video relativi alle tecniche di disarmo da attacco con coltello e con pistola.

Sono in corso numerose perquisizioni informatiche domiciliari e personali in Abruzzo, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte con il relativo sequestro di copioso materiale informatico, dal cui esame, attualmente in corso da parte degli specialisti della Polizia Postale, non si escludono ulteriori sviluppi investigativi.

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