Gricignano, tragico parto trigemellare: consulenti accusano i medici per la morte di Francesca Oliva

di Antonio Taglialatela

Celebrata, nella giornata di ieri, un’altra udienza del processo per l’omicidio colposo di Francesca Oliva, la 29enne di Gricignano deceduta nel maggio 2014, insieme a due dei tre gemelli che portava in grembo, durante il parto avvenuto nella clinica “Pineta Grande” di Castel Volturno. – continua sotto – 

Davanti al giudice Roberta Carotenuto della sezione penale Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sono stati sentiti i consulenti del pm, il medico legale Luigi Barbato e l’anatomopatologo professor Gianfranco De Dominicis, che hanno ribadito il grave comportamento colposo, già espresso dal ginecologo professor Martinelli, nominato perito dal giudice per le indagini preliminari, dei medici dell’ospedale “San Giuliano” di Giugliano e della clinica “Pinetagrande” rispetto alla morte della giovane mamma, evidenziando la responsabilità dei medici della prima struttura dell’ospedale giuglianese che ebbe in cura la ragazza in una prima fase, anche per la morte di due dei tre gemelli. Con l’atto istruttorio di ieri è terminata l’escussione dei testi del pubblico ministero e della parte civile. Dal 1 febbraio prossimo inizieranno a sfilare i testi e i consulenti dei difensori degli imputati: 14  medici delle due strutture ospedaliere. I familiari delle vittime, costituiti parte civile, sono rappresentati dagli avvocati Raffaele Costanzo e Francesco Lettieri; gli imputati difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato, Claudio Sgambato e Giovanni Abbate.

Francesca Oliva morì per setticemia. Nel suo grembo c’erano tre gemelli. Solo uno, una femmina, sopravvisse. Era il 24 maggio del 2014 e Francesca, seguita durante la gravidanza dal ginecologo S.R., era stata ricoverata prima all’ospedale di Giugliano e poi alla clinica di Castel Volturno. Dopo le minacce di aborto, il suo medico, il 7 maggio, le aveva praticato un cerchiaggio cervicale a fronte della presenza di una significativa leucocitosi con neutrofilia del 77 per cento, emersa dagli esami del sangue. Era in atto una contaminazione batterica. Qualche giorno dopo, uno dei suoi tre bambini, il maschietto, morì. Nessuno, però, se ne accorse, nonostante l’ecografia eseguita.

E così Francesca venne trasferita d’urgenza, il 19 maggio, alla clinica “Pineta Grande”. Il 22 maggio la sua condizione di salute precipitò. La febbre altissima venne curata con antibiotici inidonei. Il 23 maggio si decise, infine, di operare il cesareo, per far nascere i bambini alla venticinquesima settimana di gestazione. Il maschietto era già morto, mentre una delle due femmine, Giorgia, superata la fase del parto, morì dopo 24 ore per scarsa maturità dell’apparato respiratorio. L’unica sopravvissuta fu una bambina, Maria Francesca, trasferita all’ospedale “Santobono” di Napoli e salvata dai medici di quella struttura. – continua sotto – 

AGGIORNAMENTO: Il 25 ottobre 2021 il giudice ha assolto con formula piena tutti i 14 medici imputati, ritenendo quale unico responsabile, sulla base di una perizia medico-legale, un altro medico nel frattempo deceduto: leggi qui

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