Alex, volontario non disponibile subito: sarà il papà a donargli il midollo

di Redazione

Nella corsa contro il tempo per salvare la vita al piccolo Alex, il bimbo italiano di 19 mesi che lotta contro la linfoistiocistosi emofagocitica a Londra, arriva un annuncio da parte dei suoi genitori, Paolo e Cristiana. Il bimbo sarà presto trasferito a Roma, all’ospedale Bambino Gesù, dove si potrebbe tentare il trapianto proprio da uno dei genitori. Sulla pagina Facebook che i genitori hanno aperto appunto per sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso di loro figlio e per cercare donatori di midollo osseo, è comparso un post in cui i due scrivono, innanzitutto, che “la notizia che si fosse trovato, tramite una ricerca nel registro internazionale, un donatore altamente compatibile con Alessandro Maria è vera. Tuttavia, a seguito dell’accertamento della compatibilità, abbiamo appreso che tale donatore (non italiano) si è reso disponibile solo da metà gennaio. Tale tempistica purtroppo è incompatibile con la malattia del nostro bimbo, che come sapete richiede un trapianto il prima possibile”.

Poi la novità. “Il Great Ormond Street Hospital – scrivono Paolo e Cristiana riferendosi all’ospedale dove Alex è in cura – d’accordo con il professore Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Onco-Ematologia pediatrica, terapia cellulare e genica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù (che sin dall’inizio ci ha dimostrato massima attenzione e disponibilità), ci hanno proposto di trasferire Alessandro Maria a Roma per sottoporlo alle cure dell’equipe italiana. E così continuiamo a sperare”. Nell’ospedale della Santa Sede, Alex verrebbe sottoposto a una tecnica di trapianto innovativa, per la quale l’istituto è tra i primi al mondo: in casi come questi, come per le leucemie, il trapianto da staminali prevede come prima scelta quella di un fratello o una sorella compatibili come donatori. In mancanza di ciò si ricorre a un donatore dei registri internazionali con una compatibilità totale o massima. In mancanza anche di questa opzione, si può ricorrere a uno dei genitori come donatore. In questo caso però, chiariscono gli esperti, la compatibilità è solo del 50%.

La grande innovazione della tecnica recentemente presentata al Bambino Gesù consiste consiste, però, nel fatto che le cellule staminali da trapiantare e prelevate dal genitore vengono manipolate in modo da eliminare gli elementi che potrebbero determinare un rigetto. Ad oggi 50 bambini sono stati trapiantati con questa tecnica, con una guarigione nell’85% dei casi. Di qui la decisione dei genitori di Alex di tentare questa strada.

La coppia, infine, lancia un ulteriore appello ai potenziali donatori, dopo le lunghe code che nelle scorse settimane ci sono state in varie città italiane per iscriversi e sottoporsi ai test di tipizzazione. “Vi esortiamo – scrivono – a continuare a iscrivervi nel registro italiano dei donatori di midollo osseo, di regalare con un piccolo gesto d’amore una nuova speranza di vita ai tanti Alessandro Maria che aspettano e lottano nell’attesa. Ci teniamo a ringraziare il Chelsea and Westminster Hospital, il Saint Mary’s Hospital ed il Great Ormond Street Hospital e con loro tutti i medici e gli infermieri che abbiamo incontrato nel nostro percorso e che sono stati impeccabili nel riuscire a identificare in tempi record la malattia, oltre che a salvare Alessandro Maria durante la fase acuta della stessa”.

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