Aversa, canoni non versati per strisce blu: il Comune riscuote 300mila euro

di Nicola Rosselli

Aversa – 300mila euro. Questa la somma, oltre spese legali, che le Assicurazioni Generali hanno corrisposto al Comune di Aversa a seguito di un decreto ingiuntivo con il quale l’ente normanno ha proceduto alla liquidazione della fidejussione che era stata prestata a favore della Smart Project. Si tratta di somme che, come evidenziato dall’assessore al Contenzioso, Alfonso Oliva, erano state chieste «per le inadempienze agli obblighi garantiti, ovvero versamento dei canoni trimestrali per il servizio di sosta regolamentata con dispositivo di controllo a pagamento e canone annuo riferito all’aggio sul servizio di rimozione e blocco dei veicoli, dall’aprile 2011 a luglio 2012, periodo durante il quale l’Ati di cui Smart Project faceva parte non aveva versato i canoni per un totale pari a poco meno di 300mila euro servizio di rimozione».

La società, a sua volta, aveva proposto domanda riconvenzionale chiedendo risarcimento danni a causa della sottrazione di stalli di sosta. Ma il Comune ha avuto ragione su questa situazione, tenuto conto che la rimodulazione degli stalli era prevista dal contratto di appalto. La vicenda del rapporto con la Smart Project e con l’Ati (Associazione temporanea di imprese) della quale la società faceva parte con Urbania Vivere la Città e Icaro era stata piuttosto movimentata con ben due risoluzioni di contratto a causa di alcune interdittive antimafia che aveva colpito aziende componenti l’Ati. In particolare, proprio la Smart Project riuscì in Consiglio di Stato a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati nell’interdittiva.

L’allora sindaco Domenico Ciaramella risolse il contratto, ma con l’obbligo a continuare il servizio sino a quando non ci fosse stato il nuovo soggetto. Con l’arrivo del sindaco Giuseppe Sagliocco ci fu la risoluzione definitiva con l’avvio di un nuovo contenzioso. La società, infatti, chiese un risarcimento danni di poco meno di due milioni di euro, ma anche in questo caso i magistrati non hanno riconosciuto le presunte ragioni della società che gestiva le strisce blu nella città normanna.

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