Marcianise, smaltimento abusivo di rifiuti e perdite di percolato: sequestrato impianto di stoccaggio

di Redazione

 I finanzieri della compagnia di Marcianise, insieme a personale dell’Arpac di Caserta, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, nei confronti della società “Lea srl”, con impianto a Marcianise, operante nel settore dello stoccaggio e del recupero di rifiuti.

Le indagini, coordinate dalla Procura sammaritana, hanno consentito di accertare che l’impianto di stoccaggio situato nella zona Asi, interamente sottoposto a sequestro dalla Guardia di finanza, effettuava una gestione di rifiuti al di fuori dei limiti stabiliti dalla Regione Campania, causando gravi danni all’ambiente circostante. Già un sopralluogo effettuato nello scorso mese di luglio dalla Polizia municipale di Marcianise aveva, infatti, portato alla luce notevoli irregolarità nel management dell’impianto. All’interno erano stoccati rifiuti in quantità notevolmente superiori a quelle consentite e, ad aggravare ulteriormente la situazione, sono state individuate delle perdite di percolato, ossia il residuo dello smaltimento dei rifiuti umidi, che rischiavano di infiltrarsi all’interno del sottosuolo. Inoltre, ulteriori perdite di percolato sono state riscontrate durante alcuni trasporti da parte dei camion della società che sono stati intercettati e sequestrati.

Poiché la società non ha provveduto a eliminare le irregolarità riscontrate e a smaltire gli enormi cumuli di rifiuti presenti, la Procura ha ottenuto il vincolo cautelare all’intero capannone, con conseguente blocco dell’attività per il reato di smaltimento abusivo di rifiuti. “Il provvedimento di sequestro – spiega il procuratore Maria Antonietta Troncone – si è reso necessario dal momento che la situazione attuale dell’impianto risulta essere di estremo pericolo atteso che il materiale accumulato all’interno del sito, non adeguatamente differenziato e smaltito, sarebbe potuto risultare altamente nocivo per l’atmosfera, per le falde acquifere e, di conseguenza, per la salute dei cittadini”.

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