Reddito di Cittadinanza, si parte con 10 miliardi. E su Flat Tax ipotesi due aliquote

di Redazione

9 o 10 miliardi per il reddito di cittadinanza. E’ la cifra dell’accordo che, da quanto si apprende, sarebbe stato raggiunto nel corso di vertice di maggioranza sulla Manovra finanziaria convocato dal premier Giuseppe Conte. La somma consentirà al governo di partire già all’inizio del 2019 con la “pensione di cittadinanza” per poi mettere in campo, , tra maggio e giugno, il vero e proprio reddito di cittadinanza fino a fine anno.

Uno schema di accordo che, almeno al momento, sembra soddisfare i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio (assenti all’incontro, ndr.), che potranno partire così dal 2019 con le loro misure “bandiera”. Al tavolo, a Palazzo Chigi, erano presenti, oltre a Conte, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. L’obiettivo di Movimento 5 Stelle e Lega è allargare le maglie dei conti, dopo che Salvini e Di Maio hanno scelto di abbassare i toni con l’Unione europea. Presenti anche il responsabile agli Affari Ue, Paolo Savona, e il viceministro al Tesoro Laura Castelli: il primo aveva l’obiettivo di “convincere” Tria ad aumentare gli stanziamenti per reddito di cittadinanza e flat tax, mentre l’intenzione della Castelli era di portare al tavolo uno schema già pronto della misura “principe” del “manifesto” dei cinquestelle.

Alla fine, sembra che dai tre miliardi iniziali che Tria aveva previsto per il reddito di cittadinanza si è passati ai 9-10 sui quali si è concluso il vertice. Con un escamotage: partire da subito con la pensione di cittadinanza, metter in campo sin dall’inizio del 2019 la riforma dei centri per l’impiego e passare, da metà anno, all’applicazione del reddito di cittadinanza. Per sei mesi, nel 2019, i dieci miliardi basteranno, sostengono fonti di governo, sottolineando come, nel 2020, la misura resterà e l’obiettivo sarà finanziarla per intero, con i 17 miliardi previsti.

Anche la flat tax, da gennaio, partirà con un primo step. Lo scopo è una sua applicazione progressiva, riducendo gradualmente l’entità delle aliquote e arrivando, non l’anno prossimo, alle due aliquote previste nel contratto di governo. Allo studio del governo, inoltre, la riforma pensionistica “quota 100”: metterla in campo, tuttavia, non sarà facile vista l’attenzione particolare dell’Europa sul cambio del sistema pensionistico. Ma, sul superamento della Legge Fornero, difficilmente la Lega di Salvini farà un passo indietro.

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