Aversa, ci risiamo: davanti Caritas torna il fenomeno della “carità incivile”

di Antonio Arduino

Aversa – Come in ogni estate ritorna il problema del deposito abiti dismessi fuori al portone Caritas in via Golia. Un gesto di solidarietà da apprezzare ma che, come viene compiuto, impone una domanda: è mai possibile che chi desidera dare aiuto ai bisognosi debba farlo dimenticando il senso civico? La domanda nasce spontanea vedendo il deposito di abiti dismessi accumulati all’ingresso della Caritas diocesana, a poca distanza dall’ingresso della mensa gratuita messa a disposizione dall’ente a coloro che non hanno possibilità economiche.

Depositare abiti a terra, creando una sorta di mercato dell’usato dove chiunque può rimestare alla ricerca di un indumento utile, non è dignitoso né per chi dona né per chi riceve, senza contare che l’immagine della città viene deturpata. Chi desidera compiere un atto di condivisione con cittadini indigenti deve ricordare che essere indigenti non equivale a perdere la propria dignità, cosicché i donatori potrebbero consegnare gli abiti dismessi all’ufficio della Caritas poco distante.

Basterebbe percorrere meno di un centinaio di metri del vicoletto che porta in piazza Santulli per raggiungere l’ingresso della Caritas diocesana ed entrare nell’ufficio dove gli abiti dismessi verrebbero ricevuti in maniera adeguata per essere successivamente selezionati e consegnati a coloro che ne hanno bisogno. In quella comoda sede è possibile consegnare non solo abiti ma anche cibo e quant’altro può essere utile alla vita sociale di coloro che vengono assistiti dalla Caritas.

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