‘Ndrangheta in Lombardia, sequestrati beni a imprenditore di Giussano

di Redazione

Un imprenditore 43enne, originario di Santa Caterina dello Ionio (Catanzaro), Orlando Demasi, ritenuto affiliato alla cosca di ‘ndrangheta Gallace-Ruga attiva nel Catanzarese ed esponente della “locale” di Giussano (Monza e Brianza), è stato arrestato dai poliziotti della Divisione anticrimine della Questura di Milano che hanno anche provveduto al sequestro di beni per un valore di oltre due milioni di euro.

L’operazione è stata compiuta, nella giornata del 1 agosto, tra Motta Visconti (Milano) ed altre località della provincia sud di Milano. Secondo gli investigatori, l’uomo, con documentato rito di iniziazione sul territorio calabrese, aveva il compito di custodire le armi anche da guerra e nel corso degli anni ha accumulato in Lombardia un ingente patrimonio immobiliare, gestendo una società immobiliare in cui ha impiegato i proventi di verosimile provenienza illecita. Il sequestro ha riguardato un imponente patrimonio immobiliare e societario per un totale di 11 immobili, ubicati tra Lombardia e Calabria, oltre a numerosi conti correnti.

Il “curriculum” di Demasi – Sin dalla giovane età lo stesso è sempre stato contiguo ad ambienti di ‘ndrangheta: appena diciannovenne, nel 1994, si è reso responsabile di una tentata estorsione in danno di un imprenditore attivo nel campo delle costruzioni aereonautiche. All’atto di ricevere materialmente l’assegno che costituiva il prezzo dell’estorsione, il giovane proposto ha proferito le parole: “con questo qui non saltate più in aria, guardi bene questa faccia e se la ricordi bene”. Nel 2012 è stato coinvolto nell’operazione “Itaca” dove è stata sgominata un’associazione di tipo mafioso riconducibile alla ’ndrangheta, costituita e organizzata nell’ambito della “locale” di Guardavalle. Sempre nel 2012, nell’ambito dell’operazione “Ulisse”, è stato arrestato per il reato di associazione mafiosa a causa dei suoi costanti contatti con i vertici calabresi della cosca Gallace-Ruga-Leotta. Lo stesso infatti è stato ritualmente affiliato a tale sodalizio criminale, con una cerimonia di iniziazione che si è svolta in Calabria, assumendo poi un ruolo nella “locale” di Giussano, occupandosi della custodia delle potenti armi della cosca, tra cui bombe a mano, mitragliette Uzi e Ak 47 Kalashnikov. Ha inoltre mantenuto contatti con i familiari degli affiliati tratti in arresto, elargendo denaro alle loro famiglie, procurandogli avvocati di fiducia e provvedendo al loro pagamento. Ancora, lo stesso ha organizzato in luoghi nella propria disponibilità, quali un capannone ubicato a Zelo Surrigone (Milano), ovvero nella cascina nella disponibilità del fratello, riunioni e summit nel corso delle quali si conferiscono “doti” e si stabiliscono strategie in merito alla vita della “locale”.

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