Nettuno, auto dei finanzieri bruciata per vendetta dalla camorra: individuati gli autori

di Redazione

I finanzieri del comando provinciale di Roma, all’esito di una complessa indagine, sono riusciti a individuare tutti gli autori dell’atto intimidatorio che, lo scorso 2 febbraio, ha visto un’autovettura di servizio della compagnia di Nettuno data alle fiamme proprio nel parcheggio antistante la caserma. Come rilevato nell’immediatezza dei fatti, l’incendio, che è stato provocato da un uomo incappucciato con l’uso di liquido infiammabile e ha completamente distrutto il mezzo, ha determinato anche un grave pericolo per l’incolumità pubblica, in quanto si sarebbe certamente propagato alle altre autovetture parcheggiate nella centralissima piazza Mazzini, se il militare in servizio di vigilanza della caserma, in attesa dell’arrivo dei Vigili del fuoco, non avesse prontamente spostato la macchina immediatamente adiacente a quella in fiamme.

L’acquisizione e l’analisi di centinaia di ore di registrazione delle telecamere di sorveglianza degli esercizi commerciali e degli uffici pubblici presenti nella zona ha permesso alle stesse Fiamme Gialle nettunesi di individuare l’esecutore materiale del gesto e di risalire, successivamente, al mandante dell’atto intimidatorio. In particolare, come è emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Velletri, l’incendio è stato commissionato da un noto pregiudicato locale, Pasquale Iovinella, di 37 anni, come ritorsione per l’arresto effettuato nei suoi confronti dai finanzieri della compagnia di Nettuno il 13 settembre dello scorso anno, quando fu trovato in possesso di diverse dosi di cocaina. L’uomo, con la collaborazione di un incensurato, L.C., di 35 anni, guardia giurata, ha commissionato, per poche centinaia di euro, l’atto intimidatorio a due giovani di origine egiziana, regolarmente presenti sul territorio nazionale, procurando loro il liquido infiammabile e illustrando agli stessi le modalità da utilizzare affinché le fiamme potessero propagarsi nel modo più rapido possibile.

Materialmente il fuoco è stato appiccato da un minorenne egiziano residente, all’epoca dei fatti, in una casa famiglia di un piccolo paese della provincia di Latina. Il ragazzo, nella circostanza, è stato appositamente accompagnato a Nettuno da un egiziano, gestore di un autolavaggio a Latina. Nel mese di maggio, i finanzieri avevano proceduto al fermo di quest’ultimo, che, tuttora, si trova ristretto nell carcere di Velletri, mentre, su disposizione del Tribunale dei Minorenni di Roma, hanno applicato al minore la misura cautelare del collocamento in comunità.

All’esito delle indagini e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, le Fiamme gialle hanno proceduto oggi all’arresto dei due italiani. Il provvedimento è stato notificato all’ideatore dell’atto intimidatorio direttamente nella casa circondariale, dov’era già ristretto a seguito dell’arresto, effettuato nel mese di marzo dal nucleo investigativo dei carabinieri di Roma nell’ambito dell’operazione “Gallardo”, quale componente di un’associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, operante nel quartiere San Basilio di Roma e nella città di Nettuno, diretta dai figli di un componente storico del clan camorristico napoletano Licciardi. Invece L.C. è stato rintracciato presso la propria abitazione e condotto nel carcere di Velletri.

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