Aversa, il Liceo ‘Fermi’ chiude ‘Erasmus +’: “Esperienza che ci accompagnerà per tutta la vita”

di Gabriella Ronza

Si sono salutati mercoledì 6 giugno, nell’Aula Magna del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”, gli studenti, accompagnati dai genitori, e i professori partecipanti al progetto Erasmus +. Un progetto triennale vinto dalla scuola nell’ambito delle attività europee e che ha visto protagonisti, oltre al Fermi, licei della Spagna, Romania, Turchia e Polonia. “Le chiamiamo mobilità. – hanno detto i ragazzi – Trimestralmente ognuno di noi salutava la propria scuola e passava una settimana nella scuola di un paese diverso. Ogni mobilità aveva un tema: inquinamento, reintroduzione delle specie, biodiversità (per quest’ultimo è stato fondamentale il contributo delle professoresse Rosa Tabarro e Giuseppina Tanzillo). È stato uno scambio interculturale, dormivamo a casa di ragazzi di altre nazionalità e loro venivano da noi”.

La referente, professoressa Costanza Chirico, ha aperto la giornata dei saluti spiegando la storia e l’importanza del progetto: “L’Erasmus, come sappiamo, nasce per le università più di trenta anni fa, uno scambio interculturale che permette ai ragazzi di apprendere e sperimentare nuove esperienze di vita oltre i confini del proprio paese di appartenenza. In seguito, è entrato nelle scuole, con nomi diversi, fino al nostro ‘Erasmus Plus’, con programma annuale, biennale o triennale. Noi abbiamo avuto la fortuna di vincere il programma triennale. Abbiamo fatto confronti tra territori e pratiche didattiche. Inoltre, abbiamo fatto lavorare dei dipartimenti che abitualmente non lavorano insieme: il dipartimento di scienze e quello di inglese. Aprendoci a realtà di paesi che hanno difficoltà maggiori a spostarsi, ci siamo accorti di quanto i sistemi scolastici siano diversi gli uni dagli altri e abbiamo anche abbattuto alcune barriere culturali. Siamo stati piacevolmente sorpresi da alcune scoperte. Abbiamo, ad esempio, appurato che la scuola rumena è davvero ben organizzata. I ragazzi, inoltre, riceveranno dei “libretti” che attesteranno tutto ciò che hanno fatto sul territorio europeo e che daranno loro dei punti per partecipare all’Erasmus universitario. Oggi abbiamo voluto invitare anche i genitori per ringraziarli, hanno dato libertà ai loro figli, permettendogli una crescita non solo personale, ma anche civile, come cittadini europei”. Chirico ha, inoltre, ringraziato la Facoltà di Architettura per la collaborazione e ha avviato la trasmissione di un video realizzato dalla scuola polacca, ma che mette insieme tutte le esperienze.

A intervenire anche i genitori degli alunni. Una madre ha voluto lasciare una testimonianza: “Sono una mamma e un’insegnante primaria. Ho amato questo progetto. Ringrazio la scuola e tutte le docenti. Ho accolto una ragazza turca ed è stata un’esperienza che mi ha donato tanto. La ragazza fa, ormai, parte della nostra vita. Gli incontri interculturali veri, quelli fatti con il cuore, partono dal basso, dalla scuola, dai giovani. Al di là di quelli fatti dai grandi (il G7, il G8, che sono incontri per questioni puramente economiche), questa è la vera integrazione. Voglio raccontare un aneddoto, a tal proposito. Quando ospitammo la ragazza turca a casa nostra, decisi di darle la camera da letto di mia figlia e, ogni mattina, con grande delicatezza, senza far rumore, le davo un bacino sulla fronte, per farla sentire ben accetta e, soprattutto, per farle sentire il nostro affetto. Lei restava sempre ferma, l’ultimo giorno, ricordo che dopo il bacino di rito, mi abbracciò e pianse commossa. D’altra parte, anche mia figlia ha trovato accoglienza nel luogo in cui è stata ospitata. Per i suoi diciotto anni, le prepararono addirittura tre torte. Mia figlia era contentissima”. Dopo questo intervento, i ragazzi hanno aggiunto parole di gratitudine rivolte ai docenti (oltre alle suddette Chirico, Tabarro e Tanzillo, anche la professoressa Elisa De Chiara, che ha fatto da vice referente; la professoressa Ermelinda Maiolica, che ha sostenuto molte mobilità insieme al professore Pasquale Pagano; le professoresse Maria Rosaria Rucco e Daniela Di Palma) ed entusiasmo per tutte le cose apprese, evidenziando il fatto che il ricordo di questa esperienza li accompagnerà per tutta la vita.

A tal proposito, la Di Palma ha riferito: “Siamo davvero orgogliosi di loro. A ricordargli per sempre tutto ciò non sarà solo la memoria, ma anche la carta digitale. I ragazzi, infatti, hanno partecipato alla stesura di articoli in inglese sul giornale Breaking Views in cui hanno raccontato la loro esperienza nel partenariato. Era un’edizione speciale interamente dedicata al progetto”.

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