Aquarius, crisi diplomatica: l’Italia chiede le scuse della Francia

di Redazione

Le accuse della Francia al nostro Paese dopo la vicenda della nave Aquarius scatenano la bufera ai vertici della nostra politica, con Moavero che definisce “inaccettabili” le parole di Macron e Salvini che pretende le scuse di Parigi. L’Eliseo fa sapere che non è arrivata nessuna richiesta di scuse e Macron cerca di distendere i toni assicurando di “lavorare con Roma” e auspicando che “non si ceda all’emozione”. Tria annulla l’incontro con il suo omologo proprio sulla questione migranti, mentre appare in bilico il vertice di venerdì Germania-Francia-Italia.

Il presidente francese sottolinea che “da un anno lavoriamo in modo esemplare: abbiamo ridotto a un decimo gli sbarchi grazie alla collaborazione con la Libia, nel Sahel. Un lavoro attivo, costante, costruttivo, un lavoro senza tregua della Francia che, dall’estate scorsa fino a qualche giorno fa sulla Libia, si è messa in luce in partnership con l’Italia”. Ma precisa: “Se dessi ragione a chi cerca la provocazione rifiutando l’attracco, aiuterei forse i democratici? Non dimentichiamo chi ha interloquito con noi, li conosciamo bene”. E invita a “non cedere all’emozione che alcuni manipolano” sulla vicenda Aquarius. La vera risposta, afferma, “è nella politica di sviluppo, di sicurezza, di smantellamento delle reti di passeur”.

Fonti di Palazzo Chigi lasciano filtrare nel frattempo che Giuseppe Conte voglia le “scuse” della Francia. In caso contrario, annullerà la visita di venerdì a Parigi. Sembra infatti che il premier lo abbia ribadito anche ai ministri, con un “accenno” in coda alla seduta del Consiglio dei ministri, affermando che “senza un chiarimento io non vado”. Per la decisione di annullare tutto da parte di Tria arriva poi il rammarico del ministro francese Le Maire, che ha dichiarato: “La visita del ministro è stata annullata su richiesta italiana e noi esprimiamo rammarico”, aggiungendo: “Molti sono i temi importanti da discutere con Tria, in particolare nella prospettiva del consiglio europeo di fine giugno. Tria verrà a Parigi nei prossimi giorni”. Confermata invece la visita a Berlino in agenda giovedì per un primo colloquio con il collega tedesco Olaf Scholz. Fra Tria e Le Maire arriva poi una telefonata che pare sia distensiva. La chiacchierata tra i due ministri, successiva alla decisione di annullare l’incontro, viene infatti definita “cordiale” da fonti del Mef, le quali spiegano anche che “i due ministri si sono parlati al telefono in un clima cordiale e si incontreranno in vista dell’Eurogruppo e dell’Ecofin di Lussemburgo il 21 e 22 giugno”. Non ancora fissati né data né luogo del colloquio.

Un tentativo di smorzare la tensione arriva dall’ambasciatore francese in Italia Christian Masset: “La cooperazione italo-francese è solida ed è indispensabile per entrambi i Paesi”. E ancora: “L’immigrazione è una delle sfide su cui vogliamo lavorare insieme. C’è da collaborare anche sul fronte dell’innovazione che non è solo una sfida ma una opportunità. Italia e Francia hanno sfide comuni che richiedono risposte comuni. Ed è per questo motivo che dobbiamo lavorare insieme”. Dichiarazioni arrivate dopo la dura reazione del ministro Moavero alle accuse francesi. “Le parole di Macron – aveva detto il ministro – compromettono le relazioni tra i due Paesi”. E Salvini, definendo a questo punto auspicabile che Conte non vada a Parigi, aveva definito l’atteggiamento della Francia “infondato e volgare”. Mentre in una nota della Farnesina si legge: “Quei toni sono ingiustificabili, tenuto conto che da molti mesi ormai il nostro Paese ha pubblicamente denunciato l’insostenibilità dell’attuale situazione di latitanza di un approccio coordinato e coeso a livello europeo circa la gestione dei flussi migratori, rispetto ai quali l’Italia non si è mai tirata indietro”.

Il ministro Moavero aveva detto di comprendere che “anche uno Stato amico e alleato possa dissentire dalle posizioni di un altro Stato, ma tale dissenso dovrebbe essere espresso in forme e modi coerenti con tale rapporto di amicizia, in particolare tenendo a mente che anche in tempi recenti l’Italia non ha fatto mancare alla Francia il proprio aiuto per fornire la necessaria assistenza a persone migranti”. Il portavoce del ministero degli Esteri di Parigi aveva nel frattempo dichiarato: “Siamo perfettamente coscienti del carico che la pressione migratoria fa pesare sull’Italia e degli sforzi di questo Paese. Nessuna delle parole pronunciate dalle autorità francesi ha ovviamente rimesso in discussione tutto questo, né la necessità di coordinarci strettamente fra europei”. E la replica sull’ipotesi di annullare il vertice Macron-Conte: “Il presidente della Repubblica ha invitato il presidente del Consiglio italiano a Parigi venerdì, nel quadro del dialogo con l’Italia, che auspichiamo sia sempre stretto, per lavorare insieme alla preparazione del Consiglio europeo di giugno, evocare i principali temi internazionali e proseguire la nostra cooperazione bilaterale”.

Anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ritiene “che Macron abbia commesso un grossissimo errore. La decisione (di non andare) è del presidente del Consiglio ma sarebbe sufficiente, credo, un atto di scuse”. Il ministro torna poi a chiedere una “assunzione di responsabilità dei partner europei. Macron ci attacca sbagliando, apra i porti e faccia sentire che spira un vento nuovo di generosità”. A cercare di bloccare le polemiche interviene infine anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che, aprendo il dibattito in plenaria sulle migrazioni, ha dichiarato: “Chiedo a Commissione e Consiglio di agire. Le polemiche tra gli Stati non servono a nulla, sono soltanto piccole beghe che non risolvono e rischiano di provocare effetti nefasti nell’intera Ue”.

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