Suore di clausura, il Vaticano apre all’uso dei social “ma con sobrietà”

di Redazione

Dal Vaticano arriva un ammonimento per le suore di clausura: possono accedere ai media e utilizzare i social ma solo “con sobrietà” e “discrezione” per non “svuotare il silenzio contemplativo”, riempiendolo di “rumori, di notizie e di parole”.  “L’uso dei mezzi di comunicazione – come precisato nell’Istruzione ‘Cor Orans’ della Congregazione per gli istituti di vita Consacrata – può essere consentito”, ma “per motivo di informazione, di formazione o di lavoro, con prudente discernimento, ad utilità comune”.

Il fenomeno delle suore che utilizzano i social era esploso già anni fa e aveva spaccato il web tra i sostenitori della clausura 2.0 e chi aveva considerato questa svolta un ossimoro. Nel 2016 era intervenuto anche Papa Francesco. “Usate i social con prudenza”, così il Pontefice nella costituzione apostolica “Vultum Dei Quaerere” (“La ricerca del Volto di di Dio”) aveva cercato di mettere in riga gli ordini femminili sull’uso di internet.

Aveva fatto riflettere, ma anche un po’ sorridere, invece, il qui pro quo che aveva visto coinvolte le simpatiche clarisse cappuccine di Napoli che nel 2015 avevano dato risposta alla comica Luciana Littizzetto proprio con un post su Facebook dal loro account ufficiale. La Littizzetto aveva commentato con una battuta un video diventato virale che le vedeva “assalire” Bergoglio durante una sua tappa al duomo. “Mi ha fatto troppo ridere: non si capiva se queste suore fossero tutte attorno al Papa perché non avevano mai visto un Papa o non avevano mai visto un uomo”, aveva ironizzato. Immediata, di quell’immediatezza che solo i social possono assicurare, e altrettanto ironica la replica della madre badessa: “Non sarebbe forse il caso, cara Luciana, di aggiornare il tuo manzoniano immaginario delle monache di vita contemplativa?”.

Sembra che i social media siano diventati per le monache di clausura anche un modo per assicurare la sopravvivenza dell’ordine. Meno di un anno fa il monastero di Santa Clara di Oristano, in Sardegna, ha scelto di condividere il lavoro della propria comunità per scongiurarne la scomparsa, forse neanche troppo lontana considerando che conta appena 10 componenti. Una tendenza, in realtà, non confermata dai dati. “Nel mondo ci sono in questo momento 37.970 suore di clausura, – fa sapere monsignor Josè Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica – non poche in questo contesto di crisi vocazionale”.

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