“Le spiagge di vetro”: il progetto di YES

di Redazione

Un nuovo concetto di raccolta differenziata, innovativa ed eco-sostenibile, che consiste nel differenziare il vetro trattandolo direttamente nei luoghi di utilizzo. I volumi da trasportare si riducono e con esso i costi. “Sbriciola” è una nuova soluzione che riduce fino a 1/10 i volumi degli oggetti di vetro di uso comune come le bottiglie e i barattoli di vetro. Il macchinario è composto da una struttura su rotelle in cui è presente un piccolo trituratore e un secchio che contiene il materiale tritato. Il progetto ha preso avvio nel 2015 ad opera della società YES. Nel 2017 la macchina è stata perfezionata e presentata anche presso la fiera Ecomondo di Rimini. Le bottiglie o i barattoli di vetro vengono inseriti in un cappello di inserimento dotato di linguetta in gomma e sportello per garantire la sicurezza dell’operatore. Nel macchinario sono presenti sensori per il conteggio delle bottiglie e controllo del peso.

Il progetto “Spiagge di Vetro” porta la firma di Gianfranco Raimondi, Giovanni Cannata e si basa sull’idea di rivoluzionare le modalità attualmente in uso per la raccolta e il riciclo del vetro, e del materiale derivante dalla frantumazione. Questo progetto permette una più agevole gestione dei rifiuti in termini di riduzione di spazio di occupazione e riduzione di costi di smaltimento di materiali, oltre a consentire all’utente di poter autonomamente e immediatamente provvedere all’eliminazione del vetro. La peculiarità di questa idea sta nel fatto che, ad oggi, la raccolta del vetro, che rientra nel circuito della cosiddetta raccolta differenziata di materiali per il riciclo, viene effettuata dai Comuni esclusivamente attraverso la rete di contenitori di grandi dimensioni – le campane – sparse sul territorio e collocate per le strade e/o all’interno di condomini. Tali contenitori una volta riempiti di materiale vengono svuotati in camion compattatori per essere consegnati ad aziende che si occupano proprio di riciclo e in parte finire in discarica.

Le operazioni di cui sopra risultano essere oltremodo costose, sostengono gli autori. In particolare gli stessi contenitori (le campane per la raccolta vetro) devono essere lavati e sostituiti, i compattatori del materiale raccolto sono ingombranti e inquinanti sia sotto il profilo dei carburanti utilizzati che sotto il profilo del rumore. A ciò bisogna aggiungere poi i costi per il personale addetto alla raccolta, i costi di discarica e l’ingombro in termini di spazio di tali operazioni. Le ragioni esposte hanno portato gli autori a pensare ad un’idea innovativa, che avesse come obiettivo la riduzione dei costi, dell’inquinamento atmosferico e acustico e la semplificazione del circo di raccolta differenziata e riciclo. Il progetto “Spiagge di Vetro” presentato si compone di diverse fasi, tutte complementari tra loro, e fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo finale di semplificazione del sistema di raccolta del vetro e riutilizzazione del materiale: la macchina tritavetro; raccolta del materiale; riutilizzo del materiale.

Gli autori del progetto ritengono che sia necessario un cambiamento delle modalità di raccolta del vetro e del relativo riciclo del materiale, raccogliendo lo stesso alla fonte, e quindi presso lo stesso utilizzatore. Per attuare questo nuovo sistema si ritiene fondamentale partire dall’utilizzazione di un macchinario tritavetro che abbia la potenzialità di ridurre i volumi di scarto prodotti fino ad un decimo trasformando il materiale vetro in sabbia e/o scaglie di vetro. Ecco che entra in capo Sbriciola, che nella fase di triturazione macina sia le etichette che eventuali capsule di plastica e/o materiale ferroso anche se sarebbe preferibile, laddove possibile, rimuovere almeno i materiali ferrosi prima di inserire il materiale nella macchina, allo scopo di ottenere un materiale interamente formato da residui di vetro tritato e non anche altri residui. Una volta inserita la bottiglia o il barattolo nella macchina il tempo di macina è brevissimo. In qualche secondo il vetro viene tritato e trasformato in sabbia. Questo consente all’utente di poter tritare in poco tempo, di seguito, anche un centinaio di bottiglie o barattoli, eliminando così un ingombro di materiale non indifferente.

L’obiettivo del progetto è quello innanzitutto di diffondere questa macchina tritavetro nel settore food & beverage, presso esercizi commerciali, in particolare bar, catene di ristorazione, e poi anche presso abitazioni private, Condomini, strutture pubbliche come strutture sanitarie, istituti scolastici. O ancora, viste le ridotte dimensioni della macchina la stessa potrebbe avere una grande utilità sulle navi passeggeri, carghi e/o imbarcazioni da diporto. La seconda fase del progetto, spiegano gli autori, è quella relativa alla raccolta del materiale, o meglio sabbia o scaglie, derivanti dalla frantumazione del vetro. Il vetro infatti così trattato, sotto forma di sabbia e/o scaglie di vetro, viene raccolto dalla Società che produce il macchinario, Y.E.S. S.r.l., la quale contrattualizzerà il rapporto con l’utente finale, utilizzatore della macchina.

In particolare, la Y.E.S. S.r.l., contestualmente alla vendita del macchinario, sottoscriverà con il cliente/utilizzatore del macchinario un contratto che prevede la fornitura dei bidoni per la raccolta della sabbia e il ritiro degli stessi una volta riempiti, a cadenze da stabilire. Il ritiro potrà essere effettuato direttamente dalla Y.E.S. s.r.l. oppure da sue consociate che si occuperanno di trasportare il materiale in siti idonei al trattamento, che si può riassumere in tre fasi affinché le scorie di vetro possano essere classificate come materiale inerte: depurazione delle scorie cartacee (etichette); depurazione delle scorie ferrose (tappi residuali e capsule); lavaggio finale, ove richiesto nella filiera del riciclo.

Gli autori, in riferimento poi ai tappi delle bottiglie, hanno corredato la macchina, oltre ai bidoni di raccolta del vetro frantumato, anche di contenitori per la raccolta dei tappi, che verrebbero anche questi ritirati da altre consociate che si occupano di riutilizzo degli stessi per finalità ecologiche e/o artistiche. La fase del ciclo relativo alla raccolta del materiale derivante dalla frantumazione da parte di aziende privata è fondamentale per la realizzazione del progetto, in quanto tale aspetto consente di portare al superamento dell’attività delle aziende municipalizzate nel settore dei rifiuti, e può essere di stimolo al miglioramento della catena del riciclo totale dei rifiuti trattati. Questo perché una azienda privata è più incentivata nella ricerca e nel miglioramento dei cicli di lavorazione, laddove ciò possa aumentare i profitti.

Il progetto iniziale infatti è improntato alla raccolta del vetro, ma lo stesso potrà essere ampliato anche ai rifiuti in plastica e alluminio. La raccolta dei bidoni contenenti il materiale derivante dalla frantumazione del vetro sarà eseguita con furgoni, preferibilmente piccoli, che si potranno muovere all’interno degli spazi urbani con maggiore facilità, consumando carburanti meno inquinanti, senza produrre rumori per lo sversamento oppure odori sgradevoli. Per quanto riguarda il riutilizzo del materiale, il progetto prevede, dopo aver effettuato la raccolta, sulla utilizzazione di queste due nuove forme di vita del vetro residuale – sabbia e scaglie – identificando sul territorio nazionale le diverse esigenze territoriali nel merito, allo scopo di abbattere quanto più possibile i costi legati alla movimentazione del prodotto. Più specificamente si indirizzerà la vendita della macchina tritavetro a scaglie maggiormente nelle zone dove esistono fonderie per il vetro, che utilizzano questo formato per il rifacimento di nuovi involucri, mentre nelle altre zone si punterà sulla sabbia di vetro che, opportunamente insacchettata potrà essere destinata a molteplici utilizzi.

La sabbia potrà essere insacchettata ed utilizzata come filtro per piscine, o nel settore dell’edilizia la stessa potrà essere utilizzata per sabbiature, impasti in calcestruzzo, realizzazione di pannelli fonoassorbenti eccetera. Nel settore industriale avrà un utilizzo nelle industrie di ceramiche (igienici, piastrelle etc…), nella realizzazione di vetri artistici… Trattandosi poi di materiale inerte, si potrebbe ipotizzare un utilizzo, ad esempio, nelle isole, per effettuare il ripascimento delle spiagge e molto altro ancora, un altro suo utilizzo potrebbe diventare, nelle zone alluvionali, quello di essere insacchettata ed utilizzata come salva argine evitando l’attuale filiera che prevede il dragaggio della sabbia nei fiumi, con mezzi meccanici, il trasporto della stessa ai siti di insacchettamento e la distribuzione successiva.

Secondo gli autori questo progetto potrebbe rivoluzionare il concetto di quello che ad oggi è in concreto la c.d. raccolta differenziata. Attraverso l’utilizzo di questa tecnologia infatti, e di ulteriori che sono in fase di studio e applicazione futura, potrebbe portare a ridurre notevolmente gli spazi attualmente occupati nelle discariche, e ciò in quanto il materiale potrà essere riciclato quasi del tutto e concretamente riutilizzato, anche nell’ambito di in un altro ciclo di produzione ad es. realizzazione di oggetti e prodotti con la sabbia di vetro).

La motivazione per cui operatori commerciali o privati cittadini possano essere invogliati all’acquisto ed all’utilizzo della macchina tritavetro è in primis quella legata alla riduzione dei volumi di scarto accumulato, e la conseguente riduzione dello smaltimento, oltre ai benefici ad esso collegati, quale riduzione delle imposizioni comunali, come previsto dalla vigente legislazione (DL del 3 Aprile 2006 n°152), minor spreco dei tempi legati all’accatastamento del vetro e utilizzo di minor spazio per gli ingombri derivati. Ridurre gli spazi di accumulo per un esercizio commerciale, come ad esempio un ristorante, oppure un albergo, un villaggio vacanze, che consumano quotidianamente un numero elevato di bottiglie di vetro, e avere la possibilità di eliminarle totalmente, trasformandole praticamente in sabbia o frantumi, senza nemmeno doversi preoccupare dello smaltimento del materiale derivante dalla frantumazione, che verrebbe ritirato da terzi, costituisce un vantaggio non indifferente ed un risparmio in termini di costi come di spazio oltre al vantaggio costituito dal costo contenuto della macchina.

Il coinvolgimento dell’apparato pubblico per la realizzazione di questo progetto, sostengono gli autori, è fondamentale affinché questo ridistribuisca agli utenti quei considerevoli risparmi che potrà ottenere aderendo a questa nuova metodologia di raccolta degli scarti di vetro, così che questi abbiano una motivazione in più per acquisire una nuova mentalità e contribuire ad un ambiente più pulito e più sano. Difatti, nell’attuazione del progetto sarà necessario anche stipulare accordi o convenzioni con le istituzioni per poter ottenere quegli sgravi fiscali previsti dalla vigente legislazione e che non tutti gli Enti preposti hanno deliberato.

Cambiare il modo di differenziare e di raccogliere i rifiuti partendo dal vetro fornisce la speranza che, anche attraverso la partecipazione di altre realtà lavorative, si possano creare i presupposti per un ambiente ecologicamente più vivibile. L’idea qui esposta, secondo gli autori del progetto, potrebbe costituire un vero e proprio beneficio per le aziende del settore vetro, e quelle a loro legate, in quanto una migliore, più comoda ed economica raccolta dei residui di vetro, del loro trattamento e del riutilizzo, potrà indurre ad un incremento dell’utilizzo dei contenitori in vetro, con conseguente minore utilizzazione della plastica e dell’alluminio.

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