Governo M5S-Lega, incontri tra Di Maio e Salvini: impazza il toto-premier

di Giuseppe Della Gatta

Roma – Si sono incontrati stamani a Montecitorio Luigi Di Maio e Matteo Salvini per dare inizio alle trattative per la realizzazione del nuovo governo gialloverde dopo il “passo di lato” del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. In mattinata i capi politici di Lega e 5 Stelle hanno avuto modo di discutere sulla possibile composizione dell’esecutivo e della figura che lo guiderà: “sono stati fatti passi in avanti” – il tutto in ottica di “costruttiva collaborazione” per dare il più presto possibile un governo al Paese che rispecchi il risultato delle elezioni dello scorso 4 marzo.

I due hanno però chiesto più tempo al presidente della Repubblica, circa due o tre giorni per chiudere. Una risposta si dovrebbe dunque avere per lunedì, in caso di non chiusura dell’accordo si ritornerebbe al voto, sempre se Mattarella non decida di nominare lui stesso una squadra di Governo.

In seguito all’incontro alla Camera è poi scoppiato il toto-nomi per il Presidente del Consiglio. Resta fuori gioco l’ipotesi di un tecnico, la volontà sia di Salvini che di Di Maio è quella di una figura che sia un’espressione politica. Impazzano in nomi di Enrico Giovannini e Giulia Bongiorno, ma anche Giancarlo Giorgetti sembrerebbe essere molto sostenuto dalla Lega, anche se non è di gradimento per i pentastellati.

Per quanto riguarda il corpo dicasteriale, il Movimento chiede Esteri e Lavoro, mentre la Lega quello alle Telecomunicazioni. Per la Farnesina, M5S avrebbe fatto il nome dello stesso Di Maio, mentre per Salvini si sarebbe proposto da parte della Lega il ministero degli Interni. Danilo Toninelli (M5S) alle Riforme, Raffaele Volpi (Lega) ai Rapporti col Parlamento. Non si esclude la possibilità che i due capi politici potrebbero assumere entrambi la carica di Vicepresidenti del Consiglio.

In merito al papabile governo Lega-5 Stelle e della loro convergenza all’antieuropeismo, il Presidente della Repubblica ha avuto modo di ribadire che nonostante esista una sfiducia diffusa riguardo l’Ue, non è con metodi “ottocenteschi” che si risolvono i problemi degli anni 2000. E’ ovvio per Mattarella che nessun Paese può affrontare da solo i grandi problemi di oggi, l’Unione Europea è quindi una linfa vitale per l’Italia.

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