Casapesenna, dopo caso Don Barone il vescovo nomina “visitatore” Padre Grieco

di Nicola Rosselli

Casapesenna – Mentre don Michele Barone, il sacerdote accusato di una serie di reati ai danni di alcuni fedeli, soprattutto per quanto riguarda atti di violenza, rimane ancora in carcere in attesa delle conclusioni delle indagini, la diocesi di Aversa si interroga, giustamente, su quale dovrà essere il futuro della Piccola Casa di Nazareth. A muoversi direttamente il vescovo della diocesi normanna Angelo Spinillo che ha incaricato un «Visitatore» per l’Associazione «Missionari della Piccola Casa di Nazareth» di Casapesenna. Il Pastore aversano ha nominato, negli ultimi giorni dello scorso mese di aprile, padre Gianfranco Grieco, dei Frati Minori Conventuali, giornalista e scrittore, per 37 anni, dal 1970 al 2007, redattore ed inviato speciale de l’Osservatore Romano al seguito di Paolo VI, di Giovanni Paolo II, e di Benedetto XVI.

Padre Grieco dal novembre 2007 al dicembre 2015, è stato Capo Ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia, direttore di Famiglia e Vita. Attualmente, come spiega lo stesso Spinillo nel suo decreto di nomina, si è di fonte ad una semplice associazione. «Da quanto, in questo tempo del mio ministero episcopale nella Diocesi di Aversa, ho appreso, – afferma il vescovo – sia attraverso i colloqui avuti con diversi membri della Piccola Casetta di Nazareth, sia dalla documentazione consultata, nel corso degli anni si è tentato più volte di dare all’Associazione una configurazione ecclesiale e giuridica che, meglio, ne esprimesse il carisma fondativo e ne accompagnasse e sostenesse lo sviluppo senza incorrere in equivoci e valorizzando la vocazione e la consacrazione di tutti e di ciascuno dei suoi membri».

Un’esigenza che Spinillo cerca di colmare attraverso questa nomina che, di fatto, sebbene non viene mai detto, è una sorta di commissariamento in vista di quanto si andrà, poi, a decidere. Non a caso, nel decreto, monsignor Spinillo scrive: «A Padre Grieco, nella sua funzione di Visitatore, i Superiori e ciascun membro della Piccola Casetta di Nazareth, qualunque sia il proprio compito nella comunità, potrà e dovrà mostrare con fiducia la realtà della propria vita nell’Associazione, l’attività che si svolge all’interno ed all’esterno di essa, la speranza di viverne il carisma come propria vocazione personale e come vocazione della comunità».

Inoltre, Padre Grieco dovrà poter accedere all’archivio e prendere visione di tutto ciò che può documentare la vita della comunità sia per quanto concerne la formazione e la vita spirituale, sia per tutto quanto concerne la situazione patrimoniale e amministrativa. Cosa ancora più importante, infine, «per tutta la durata della visita, nessuno dei membri della Piccola Casetta di Nazareth, nemmeno chi ricopre una qualche funzione di Superiore, potrà prendere alcuna iniziativa o alcuna decisione riguardante la vita della comunità senza che ne sia avvertito il Padre Visitatore». L’attività di padre Gianfranco Greco sembra non avere una scadenza prefissata. Comunque, al termine del suo mandato ci sarà un confronto per accogliere e discutere la relazione e le proposte che formulerà e delineare il cammino futuro della Piccola Casetta di Nazareth con l’eventuale elezione dei nuovi responsabili.

Era il 1 gennaio del 186 quando l’allora vescovo di Aversa monsignor Giovanni Gazza sottoscrive il decreto con il quale erigeva in «Associazione Pubblica Diocesana» l’Associazione di fedeli denominata Piccola Casetta di Nazareth. Nel decreto il vescovo Gazza ricordava anche i due fondatori, il sacerdote don Salvatore D’Angelo (personalità carismatica e versatile e la sorella Vincenza Garofalo, attualmente ultranovantenne ed ancora in vita. Il 13 novembre 1990 il Papa san Giovanni Paolo II incontra una folla immensa che lo aspetta al Santuario Mia Madonna, mia Salvezza annesso alla Casetta.

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