Aversa, infermieri interinali licenziati: “Unici in Italia a subire questo destino”

di Antonio Arduino

Aversa – Continua la lotta dei lavoratori ospedalieri interinali – definitisi “invisibili” -ovvero assunti a tempo tramite agenzie esterne all’Azienda Sanitaria Caserta, ingaggiata con le istituzioni per difendere il posto di lavoro. Con una nota trasmessa al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, al presidente del Tribunale Napoli Nord, Elisabetta Garzo, al direttore dell’Asl Caserta, Mario De Biasio, e alla stampa informano la cittadinanza-utente degli ospedali dell’Asl Caserta, in particolare nell’ospedale ‘Moscati’ di Aversa, dato l’enorme numero di pazienti che vi affluiscono, del perché hanno difficoltà ad essere assistiti nella maniera in cui avrebbero diritto sulla base della Costituzione della Repubblica Italiana.

“Dal 1 aprile 2018 – si legge nella nota trasmessa da Antonio Fusco, portavoce della categoria – tutti i lavoratori dell’agenzia interinale ‘Tempor’, che hanno prestato la propria opera professionale presso l’Asl Caserta, sono stati licenziati. La domanda che gli infermieri rivolgono al direttore generale Mario De Biasio è come mai siamo gli unici in tutta la Regione Campania e forse in Italia a subire tale destino?”.

“Da circa 4 anni – ricorda la nota – abbiamo garantito un servizio eccellente, rinunciando spesso alle ferie, costretti a lavoro straordinario, sempre presenti in tutte le festività, 25 unità (di cui 14 all’ ospedale Moscati di Aversa e 11 all’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca) garantendo i livelli minimi di assistenza e per tutta risposta, la Direzione Strategica ci ha dato il benservito. Da qualche giorno Mario De Biasio, direttore generale Asl Caserta in modo unilaterale, ha deciso di far a meno degli infermieri somministrati, senza un motivo, lasciando nel caos più totale tutti i reparti dell’area critica degli ospedali”.

“La domanda è – si legge nella nota – come mai in Campania, all’Aorn di Caserta – l’ospedale San Sebastiano, ci sono circa 240 infermieri con contratti di lavoro somministrato fino al 2019? Come mai nella stessa azienda vengono effettuate ancora assunzioni somministrate, basti pensare che le ultime risalgono a pochi mesi fa. Come mai la raccomandazione del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, non vale per questi direttori? Come mai gli interinali sparsi nella Regione tra Napoli a Salerno, da Avellino a Benevento non subiscono la medesima sorte?  Basta guardare attentamente all’ultimo avviso pubblico all’Ospedale dei Colli; tutti gli infermieri che hanno superato il concorso erano interinali, a cui è stato fatto un contratto a tempo determinato e quindi subordinato per 36 mesi”.

“I Lavoratori somministrati in Campania – ricorda la nota – sono circa 1200 unità. Invece all’Asl di Caserta solo 25. Il giorno 27 marzo 2018 è stata emessa una delibera, la 395, avente ad oggetto attività progettuali dell’Area delle Cure Domiciliari a scorrimento, sacrosantamente giusta se quest’ultima servirà a compensare la grave carenza delle cure domiciliari territoriali ai pazienti affetti da patologie tumorali”.

“Tuttavia costoro ovvero gli assunti – sottolinea la nota – sono stati utilizzati impropriamente per sostituire gli interinali negli Ospedali. Esiste un precedente di alcuni anni fa all’epoca del direttore generale Menduni e del direttore sanitario Danzi: gli infermieri, anche in quel caso provenienti da un avviso “Co.Co.Pro.”, sempre con i fondi Cipe furono dirottati per carenza di personale nelle Unità Operative degli Ospedali. Il risultato di allora fu che il provvedimento venne immediatamente ritirato poiché i lavoratori non avendo un contratto di natura subordinata non potevano svolgere alcuna attività diversa da quella contrattualmente firmata. Distrazione di fondi dedicati ai pazienti Adi e fu ristabilita anzitempo la legalità”.

“Inoltre – continua la nota – da qualche tempo vengono utilizzati in modo egualmente improprio, infermieri assunti come liberi professionisti con fondi delle carceri, adibiti presso l’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, e che quindi dovrebbero assistere i soli pazienti delle carceri, ma in realtà sono inseriti in turni h/24 e a coprire ore in straordinario presso le Unità Operative del Presidio. Per questo motivo i 25 lavoratori licenziati, si rivolgono alla magistratura, invitandola a vigilare attentamente e repentinamente sulle gravi questioni sollevate, affinché non si ripeta la storia di adibire i lavoratori con contratti a progetto con fondi Cipe dedicati alla linea progettuale delle ‘Cure Palliative e Stato Vegetativo’ per compensare le evidenti lacune di personale infermieristico presente negli ospedali”.

“E’ da molto tempo – continua la nota – che le forze sindacali, chiedono al direttore generale De Biasio di indire concorsi pubblici a tempo determinato e indeterminato in modo da dare agli infermieri di questa martoriata provincia, una chance. Dopo aver espletata la mobilità interregionale per cinque unità come previsto dalla legge e altresì collocati molti infermieri negli ospedali in numero di 30 unità circa. Un inciso sulla graduatoria della mobilità: la stessa è stata ricca di sorprese. Infatti, solo alcuni giorni fa, dopo diversi mesi dalla stesura, il direttore generale, mosso da qualche spirito di imparzialità, ha escluso con delibera 335 del 22 marzo 2018 numerosi Infermieri di Istituti e Enti. Tuttavia il consiglio che diamo al Direttore, è di passarla in rassegna con minuziosa attenzione, perché si ha la netta sensazione che molto probabilmente potrebbe trovare altre inaspettate sorprese. Per amore della verità dovrebbe spiegare a tutti gli infermieri di questa graduatoria, il senso logico e numerico di essere stati bypassati, con la sola giustifica della grave carenza ad orologeria di personale, prendendo a piacimento dal concorso di una mobilità pubblica gli infermieri con disponibilità immediata”.

“Il direttore – chiede la nota – non ha mai considerato realmente gli sprechi, che questa Asl fa quotidianamente?  Consulenti pagati con lauto compenso mensile?  Dipendenti a partita Iva con salari elevatissimi. Inoltre dobbiamo oltre aggiungere quale risparmio si ha nel licenziare questi piccoli insignificanti onesti lavoratori, sottopagati, che con il loro lavoro hanno assistito quotidianamente le sofferenze delle persone malate negli ultimi quattro anni? Ha solamente messo l’ennesima tassa sulle spalle dei cittadini italiani, o pensava di applicare già in nettissimo anticipo il tanto mediaticamente ed attualmente acclamato ‘Reddito di Cittadinanza’. In quanto i licenziati godranno dell’indennità di disoccupazione per circa due anni con stipendio ridotto, ma sempre pagati senza lavorare”. “Certamente i 25 non si aspettavano tanta generosità, un inaspettato regalo di Pasqua. Anzi alcuni di loro rientreranno tramite la Legge Madia e successive sue applicazioni, se le circolari della Regione Campania e successivi accordi presunti, non ne stravolgeranno il testo originale. A chi giova tutto questo?”.

“Invitiamo il direttore generale e i suoi collaboratori ad uno studio a fondo della su citata legge e la sua corretta applicazione, o come avviene ormai di consuetudine nella pubblica amministrazione della provincia di Caserta, dove saranno i legali a fare la parte da leoni, aggravando di ulteriori contenziosi il bilancio dell’Asl. Tanto a pagare sarà sempre ‘Pantalone’. Ma forse lei come altri non si è accorto del cambiamento del 4 marzo, giorno delle ultime elezioni politiche? Già tale ‘stravolgimento epocale’ dovrebbe indurla ad una attentissima meditazione”.

“L’appello che i lavoratori fanno a tutte le forze sindacali presenti sul territorio, ai politici del Consiglio Regionale della provincia di Caserta, ai papabili futuri primo ministro della recentemente nata Terza Repubblica Italiana è di vigilare molto attentamente affinché l’ennesimo sopruso non venga messo in atto”.

Fin qui la nota a fronte della quale sarebbe opportuno che il direttore generale dell’Asl Caserta chiarisse la questione con una comunicazione ufficiale.

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