Governo, Salvini: “Asse Pd-M5S? Zero possibilità”. E prevede ritorno al voto in estate

di Redazione

Il patto non sarà rotto. “Non accadrà: non lascio Silvio Berlusconi”. Matteo Salvini continua a seguire la stella polare che lo orientato nelle ultime, convulse, settimane politiche: l’unità del centrodestra. E Silvio Berlusconi, dal canto suo, conferma di fidarsi dell’alleato. “Salvini non strapperà, resterà nel centrodestra – assicura l’ex Cavaliere. Il leader della Lega resterà nella coalizione dopo il voto in Friuli Venezia Giulia? “Sicuro”, risponde secco. “Sono storie inventate da chi ha interesse a inventarle”, spiega.

Il leader della Lega – in Friuli per tirare la volata al suo fedelissimo Massimiliano Fedriga – non cede a chi lo immagina sul punto di abbandonare i suoi alleati per dar vita a un governo con i 5 Stelle. Anzi, lancia la palla della coerenza nel campo degli avversari politici: “Non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra”.

“Non possiamo tenere il Paese sospeso per altre settimane o altri mesi” ha poi aggiunto. “Se non si trova un accordo tra i primi e i secondi – ha ribadito – si torni alle urne subito, entro l’estate. Non sta scritto né in cielo né in terra che si debba arrivare a ottobre. Anche perché, con l’aria che tira, io penso che una maggioranza qualcuno la porta a casa se si vota a giugno”. Ma votare con questa legge non risolverebbe il problema. Per questo il segretario leghista rilancia: “Se si vuole – afferma – la legge elettorale la approviamo in 15 giorni: chi prende un voto in più governa, lista o coalizione”. E circa l’ipotesi di un governo del Presidente, taglia corto: “I governi tutti insieme per non fare niente non sono quelli per cui ci hanno votato”.

Salvini si lancia anche in previsioni: “Le percentuali di un governo tra Pd e Cinquestelle sono pari a zero: è un accordo contro natura e soprattutto una presa in giro agli italiani”. Ancora: “Si tratta di una telenovela stucchevole. Fossi un elettore dei Cinquestelle avrei problemi o proverei vergogna: però ognuno fa le proprie scelte”. Ma il leader del Carroccio non chiude del tutto ad un possibile ritorno al tavolo delle trattative. I paletti sono noti: “Non cedo a veti, controveti e capricci. Il Centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non coi terzi”.

Il ponte in costruzione tra Pd e M5s è del resto – e non potrebbe essere altrimenti – il maggior bersaglio polemico di tutti i leader della coalizione di centrodestra. Partecipa al coro anche l’ex premier in pectore Antonio Tajani: “Il governo Pd-M5s? Finora non hanno fatto altro che combattersi, per tutta la passata legislatura il M5s ha fatto la guerra al Pd. Il M5s ora vuole mettersi con il Pd, prima voleva mettersi con la Lega. Insomma ‘Franza o Spagna, purché se magna’. Pur di andare a Palazzo Chigi, M5s è pronto a tutto”.

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