Teano celebra i placiti con una lectio e l’inaugurazione di un monumento

di Redazione

“I placiti cassinesi. Echi di una tradizione, le carte teanesi del giudice Bisanzio”. Questo il tema del convegno che si terrà il 13 aprile alle ore 17, nella sala conferenze del Loggione in piazza Umberto I, a Teano. Ad organizzare l’evento è stata la professoressa Carmen Autieri, archeologo medievista, per conto dell’associazione culturale “Erchemperto” con la collaborazione del Comune di Teano.

L’iniziativa anticipa l’inaugurazione del monumento al placito teanese in cui si avverte, in nuce, la prima formulazione di una lingua in volgare. La cerimonia è prevista per il 25 aprile, alla quale prenderà parte il professore emerito dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, il quale riceverà anche la cittadinanza onoraria da parte del sindaco di Teano Nicola Di Benedetto. Alla lectio di venerdì 13 aprile, dunque, si alterneranno al tavolo dei relatori il professor Domenico Proietti (nella foto), docente associato di Linguistica italiana presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, e l’archeologa Carmen Autieri.

I quattro placiti cassinesi, conosciuti anche come “Placiti Capuani”, sono quattro testimonianze giurate (registrate tra il 960 e il 963) sull’appartenenza di certe terre ai monasteri benedettini di Capua, Sessa Aurunca e Teano; rappresentano i primi documenti di volgare italiano scritti in un linguaggio che vuol essere ufficiale in un ambito giuridico-cavalleresco. Il testo ruota attorno ad una lite sui confini di proprietà tra il monastero di Santa Maria in Cingla e il gastaldo di Teano.  Tutti i placiti sono conservati nella Biblioteca di Montecassino.

Dopo il monumento a Capua, dunque, anche Teano ne erigerà un altro; tutto questo per rivalutare il territorio e il centro storico. “Questi monumenti dovranno rappresentare punti di forte riferimento culturale e turistico. Creare una sinergia tra entità territoriali che hanno dimostrato un retaggio storico che ha accomunati centri in cui si è sviluppata una notevole capacità politica, giuridica ed amministrativa. E’ doverosa e necessaria per lo sviluppo stesso di Comuni, in cui sempre più forte si avverte lo sradicamento del proprio retaggio storico”, questo sottolinea la professoressa Autieri.

Nel placito teanese, dapprima il giudice comunica alle parti il testo della formula, in seguito tre testimoni devono pronunciarla separatamente. In questo modo la formula del placito teanese viene ripetuta quattro volte, la formula pronunciata fu così, come di seguito, espressa: «Kella terra, per kelle fini que bobe mostrai, sancte Marie è, et trenta anni la posset parte sancte Marie» (Teano, ottobre 963).

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