Teverola, ucciso dal clan: vitalizio ai genitori di Genovese Pagliuca

di Redazione

Un giudice civile di Napoli ha posto rimedio a un “errore” del Ministero dell’Interno che negò il vitalizio ai genitori di Genovese Pagliuca, il giovane di Teverola (Caserta) ucciso nel 1995, all’età di 23 anni, dal clan dei casalesi, basandosi su un’informativa dei carabinieri che lo accostava alla cosca.

La sentenza di condanna dei killer, passata in giudicato nel 2009, riconobbe, invece, che era stato una “vittima innocente”. A prendere la decisione è stato il giudice Vincenzo Pappalardo, che ha accolto con una sentenza innovativa il ricorso dei genitori di Genovese, difesi dall’avvocato Giovanni Zara.

Pagliuca fu uccisoda esponenti di primo piano del clan casertano, come Aniello Bidognetti (figlio del capoclan Francesco Bidognetti) e Giuseppe Setola. Un omicidio maturato per punire il giovane che si era opposto agli abusi subiti dalla sua fidanzata per mano di Angela Barra, amante del boss Francesco Bidognetti, innamorata della ragazza.

Il giudice ha condannato il Viminale a concedere ai genitori del giovane il vitalizio per centinaia di migliaia di euro, a partire dal 2009.

“Un risultato atteso dopo anni di dure battaglie. Non abbiamo mai mancato di difendere la memoria delle vittime, con pubbliche iniziative, sostegno ai familiari e forti prese di posizione contro quei pezzi dello Stato distratti da altro”, commentano da Libera e dal Comitato Don Diana.

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