Presidenza Camere, trattative azzerate. Di Maio: “Romani invotabile”

di Redazione

Vigilia dell’insediamento del Parlamento della legislatura numero 18. Da venerdì si eleggono i presidenti delle Camere, ma ancora si tratta sui nomi. Il centrodestra si è riunito di nuovo a Palazzo Grazioli ribadendo: “Il nome per il Senato resta quello di Paolo Romani”. Ma il M5s, che già ieri aveva posto un niet “a indagati e persone sotto processo”, tramite il suo leader Luigi Di Maio, dopo le tensioni interne che hanno portato al rinvio dell’assemblea dei parlamentari, ha confermato il suo veto: “Per noi Romani al Senato è invotabile”.

L’esponente pentastellato, in un post su Facebook, ha lanciato l’invito per “un incontro tra tutti i capigruppo” per arrivare a una soluzione. In giornata anche Berlusconi aveva proposto a Di Maio a un confronto fra i leader di tutti i partiti a garanzia di ogni intesa. Incontro su cui era arrivata un’apertura anche dal Pd con Martina e Rosato che hanno chiarito: “Noi ci siamo, ma si riparta da zero”. Da Matteo Salvini è arrivato l’ok: “Si riparte nelle trattative, mi sembra tutto azzerato, auspicavamo Pd al tavolo”. Al momento, Forza Italia, Lega e M5s hanno già indicato quali saranno i capigruppo. Nel Pd è invece ancora in corso una trattativa interna, con l’ex segretario Matteo Renzi che punterebbe a mantenere un ‘controllo’ sul partito attraverso le figure dei capigruppo, ma le altre ‘anime’ dem preferirebbero figure meno ‘renziane’.

Già a poche ore dai risultati elettorali, il leader pentastellato Luigi Di Maio ha indicato come futuri capigruppo Danilo Toninelli al Senato e Giulia Grillo alla Camera. Manca solo l’ufficialità che avverrà con l’elezione da parte dei rispettivi gruppi parlamentari. I due futuri presidenti dei gruppi, di fatto, stanno già svolgendo a pieno regime il loro ruolo, tanto più dopo aver ricevuto l’incarico sempre da Di Maio di condurre le trattative con le altre forze politiche sulle presidenze della Camere.

Anche Forza Italia ha già disbrigato la pratica. Berlusconi ha confermato i capigruppo uscenti, Paolo Romani al Senato e Renato Brunetta alla Camera, almeno in questa prima fase delicata di trattative e avvio della legislatura. Anche per loro manca il tassello dell’ufficialità con il voto dei rispettivi gruppi. Come gli alleati, la Lega di Salvini sarebbe intenzionata a riconfermare in questa prima fase i capigruppo uscenti: Gianmarco Centinaio al Senato e Massimiliano Fedriga alla Camera. Quest’ultimo quasi certamente dovrà poi essere sostituito quando ci sarà l’ufficialità della sua candidatura a governatore del Friuli per il centrodestra. Quale successore si fa il nome di Nicola Molteni, che secondo alcuni potrebbe essere già eletto sin da subito presidente del gruppo bypassando così il passaggio del testimone.

Nel Pd la situazione è in itinere e le trattative sono ancora in corso. Circolano i nomi di Lorenzo Guerini o la riconferma di Ettore Rosato per la Camera, entrambi esponenti vicini all’ex segretario, ma che non sarebbero ‘sgraditi’ anche alle altre ‘anime’ dem. Per il Senato è circolato il nome di Andrea Marcucci, renziano di ferro e per questo non visto di buon occhio dalle altre componenti interne. Nelle ultime ore si è fatto il nome della ministra della Difesa, Roberta Pinotti. Nel tardo pomeriggio si riuniranno per la prima volta i deputati e senatori dem, in una Assemblea congiunta che potrebbe già affrontare il tema dei capigruppo, anche se una nuova riunione ad hoc è già stata fissata per lunedì.

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