“Il Puc ad Aversa non si farà”: c’è da essere felici o amareggiati?

di Nicola Rosselli

Aversa – Non c’è riuscito il padre, ci riuscirà il figlio dicono in molti, ma noi non crediamo che si vogliano realizzare appartamenti o, peggio ancora, l’ennesimo supermercato camuffato da parcheggio in quello spazio al centro di Aversa, così come non crediamo che si voglia attuare l’ennesimo (e ultimo) sacco della città normanna costruendo ancora. Vogliamo ancora credere al sindaco Enrico De Cristofaro e al consigliere comunale Rosario Capasso (detentore della leva dell’urbanistica) che parlano di “zero consumo suolo”, anche se il primo cittadino spesso aggiunge che, comunque, si dovranno vedere i diversi casi. Insomma, si chiude la porta e si lascia aperta la finestra.

Il tutto con buona pace di quanti sperano che si recuperi, si ristrutturi l’esistente, soprattutto quel centro storico che rappresenta un unicum da preservare se si vuole veramente credere in un minimo di turismo culturale per la città, ma soprattutto per far sì che quest’ultima sia a misura d’uomo. C’era, ad esempio, una volta la possibilità di dare vita al Parco Urbano di Cappuccini, oggi non c’è più considerato che dalle parti dell’ippodromo, tra Aversa e Giugliano, oramai, vi sono solo case, case e ancora case. In pratica, gli unici spazi liberi di una certa grandezza intanto ci sono in quanto non possono essere utilizzati (almeno per il momento): Parco Pozzi e le aree verdi a servizio del tribunale di Napoli Nord ed ex ospedale psichiatrico e del complesso dell’ex manicomio civile Santa Maria Maddalena.

Il Puc aleggia sulla nostra povera Aversa più come uno spettro che come una speranza per il futuro, per lo sviluppo socio-economico della città. A far maggiormente paura a chi ha a cuore il bene di Aversa la voglia di parte della politica nostrana (composta da geometri e palazzinari impenitenti) di costruire in maniera selvaggia, senza capire che le fonti di guadagno potrebbero essere altre e non dannose per Aversa e per gli aversani: recuperare l’esistente.

A dare conforto e speranza a chi scrive e agli aversani perbene il parere di un amico urbanista: “Non angustiarti, non ci saranno problemi particolari. Così come stanno le cose, infatti, il Puc ad Aversa non si farà. La politica è in estremo ritardo e difficilmente riuscirà a portare a conclusione l’iter nei tempi previsti dalla normativa vigente”. Speriamo che sia così. Aversa, in questo caso, si potrebbe salvare, potrebbe sottrarsi dalle mire di chi non la vuole bene.

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