Vairano Patenora, prometteva lavoro nella vigilanza privata: arrestato truffatore

di Redazione

A Vairano Patenora i carabinieri della locale stazione hanno sottoposto agli arresti domiciliari, su ordine del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il 39enne Diego Caputo, ritenuto responsabile di estorsione e truffa. Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di un’indagine iniziata nel mese di ottobre 2017, condotta mediante l’acquisizione di riscontri documentali, accertamenti bancari e telematici nonché dichiarazioni testimoniali, che ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato,  il quale ha posto in essere di vere condotte truffaldine ed estorsive a partire dall’anno 2014 e fino al mese di febbraio scorso, da cui ha indebitamente tratto un ingiusto profitto quantificato in circa 170mila euro.

L’indagato, con la falsa promessa d i procurare alla persona offesa un’occupazione lavorativa in qualità di guardia giurata alle dipendenze dapprima dell’istituto di vigilanza “Lavoro e Giustizia” e poi della società  “Rangers”, millantando  rapporti con persone influenti, tra cui un presunto giudice, e giustificando le continue richieste di denaro attraverso la necessità di sovvenzionare le suddette società per impellenti spese amministrati ve e per la frequentazione di  più corsi di specializzazione di cui forniva falsi attestati di conseguimento, si procurava inizialmente un ingiusto profitto pari a circa 45mila euro con pari danno per l’intera famiglia della persona offesa, somma che gli veniva consegnata in diverse tranche ed in denaro contante.

Successivamente, mediante ripetute minacce consistite nel prospettare a carico della persona offesa l’esistenza di presunti procedimenti penali pendenti a suo carico presso il Tribunale di Napoli, nonché la comminazione di sanzioni amministrative da parte del Ministero, della Guardia di Finanza, dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate, per asserite irregolarità riscontrate nelle procedure relative alle sue ipotetiche assunzioni presso i citati istituti di vigilanza, a fronte delle quali era necessario effettuare copiosi versamenti in denaro per evitare pregiudizi penali, amministrativi ed economici, costringevano la persona offesa – la cui volontà era ormai definitivamente coartata dalle continue minacce subite – a consegnargli ‘ ulteriore complessiva somma di denaro pari a circa 130mila euro, sempre in denaro contante, versamenti frazionati nel tempo. Per fare fronte alle continue richieste di denaro avanzate dall’indagato, la vittima si vedeva costretta ad impiegare tutte le risorse finanziarie di cui disponeva la sua intera famiglia, nonché a ricorrere a numerosi prestiti bancari, alla vendita dei gioielli e dell’oro di famiglia ed a richiedere prestiti di denaro ad altri parenti.

Particolarmente odiosa e ingannevole risulta la condotta posta in essere dall’indagato per la consumazione dei delitti ad esso contestati. Caputo, creando appositi account di posta elettronica apparentemente riconducibili ai due istituti di vigilanza e a presunti studi legali romani, inviava alla persona offesa false comunicazioni di convocazione a colloqui di  lavoro, falsi contratti di lavoro da sottoscrivere già vistati per la registrazione della Regione Campania, false attestazioni di frequenza di corsi di guardia giurata particolare e continue richieste di denaro, giustificate dalla necessità di anticipare contributi previdenziali in vista di una presunta imminente assunzione, di pagare una presunta polizza assicurativa, di saldare quote di iscrizione al  sindacato,  nonché  quale  prezzo  di  una  ipotetica  corruzione di un pubblico funzionario che avrebbe anche fatto conseguire una patenti di guida di categoria superiore, di fatto mai ricevuta, nonché di provvedere all’acquisto della divisa necessaria per esercitare il servizio di vigilanza privata.

In sede di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Caputo, è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal gip, relativo a parte delle somme provento delle condotte truffaldine ed estorsive, percepite dall’indagato.

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