Ragazzine nigeriane fatte prostituire nel Casertano: 4 arresti a Castel Volturno

di Redazione

I poliziotti della squadra mobile di Caserta hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di tre nigeriani, tra cui due donne, e di un italiano: Joy Kingsley, 48 anni, già detenuta; Seth Seare Asare; 32, già sottoposto a divieto di dimora a Castel Volturno; Edith osazuwa, 38, già sottoposta ai domiciliari; e Luigi Campitelli, 67 anni, napoletano. L’operazione fa eco ad altro provvedimento restrittivo, disposto il 6 febbraio scorso per gli stessi fatti, nei confronti dei soli tre stranieri. Soltanto col provvedimento odierno anche l’italiano è stato sottoposto a misura cautelare, peraltro emessa in ragione degli elementi raccolti in due distinte indagini, entrambe sviluppate dagli stessi investigatori casertani.

I fatti in contestazione, avallati pressoché integralmente dal giudice per le indaigni preliminari, riguardano condotte di riduzione o mantenimento in schiavitù, pluriaggravato in concorso, commesse dagli stranieri a danno di una minore di 18 anni, di origini nigeriane, e altre due ragazze straniere, dal novembre 2016 all’agosto 2017. L’italiano, invece, si è reso responsabile di plurime condotte di sfruttamento della prostituzione, anche minorile, commesse persino a danno di una sedicenne, dal settembre 2016 all’agosto 2017.

Come si legge nella misura cautelare, le investigazioni hanno permesso di accertare che una delle indagate, dopo che le giovani erano giunte in Italia dalla Nigeria ed erano state condotte nella sua abitazione a Castel Volturno, ha tenuto la vittima minorenne in uno stato di soggezione continuativa, determinata anche dalla previa sottoposizione della stessa a un rito voodoo, per poi costringerla, insieme alle altre due giovani vittime, ad esercitare la prostituzione, sfruttandone i proventi. Per tali fini, la madame non ha esitato ad adottare condotte minacciose, dirette anche alla famiglia della minore, e violente, sfociate, in una occasione, nel quasi soffocamento della ragazza. L’uomo straniero, compagno della madame, si è dimostrato connivente in tutto con l’aguzzina, al punto da accompagnarla a prendere la ragazza, per poi segregarla, e dividere con lei i proventi dello sfruttamento. L’altra donna straniera, dal canto suo, aveva il compito di controllare le vittime sul luogo dove esercitavano il meretricio, riferendo alla madame sul comportamento delle ragazze nell’esercizio della prostituzione e sfruttandone anche lei l’attività.

Quanto all’italiano, le investigazioni hanno permesso di accertarne le responsabilità per innumerevoli episodi di sfruttamento della prostituzione in danno di diverse ragazze, anche sedicenni. In particolare, l’uomo, che per la sua attività era noto tra le vittime con l’appellativo di driver, si occupava di accompagnare le giovani, con la propria autovettura, verso i luoghi dove erano costrette ad esercitare la prostituzione e poi, a fine giornata, riaccompagnarle presso i luoghi di segregazione; il tutto, dietro corrispettivo di denaro (15 euro al giorno, per andata e ritorno) e con totale noncuranza dello stato in cui versavano le ragazze.

Le indagini sono scaturite dalla denuncia della vittima che, scappata da Castel Volturno e raggiunto il nord Italia, ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai poliziotti. Per competenza, gli atti sono stati trasmessi alla Dda di Napoli, che ne ha delegato lo sviluppo alla squadra mobile di Caserta. Da ciò, grazie a numerosi sopralluoghi, pedinamenti e raffronto delle relative evidenze con le acquisizioni documentali e tecniche realizzate, gli investigatori sono riusciti ad accertare le responsabilità di tutti gli individui coinvolti, così determinando l’emissione dei provvedimenti restrittivi.

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