Dischetti in mare, svelato il mistero: provengono dal depuratore di Paestum

di Redazione

L’impianto di depurazione di Capaccio-Paestum (Salerno) è stato sottoposto a sequestrodalla Capitaneria di Porto di Salerno, su disposizione della Procura della Repubblica presso il tribunale. Da quell’impianto sono fuoriusciti i dischetti di plastica (“carrier”) poi trovati su gran parte delle coste tirreniche, in particolare sui litorali calabresi, campani, laziali e toscani. Le indagini al momento sono finalizzate ad accertare quali siano state la cause della fuoriuscita dei “carrier” e quale sia il livello inquinante del fenomeno. Da qui il sequestro dell’impianto che blocca il pericolo di ulteriori fuoriuscite.

Si sta lentamente dipanando, quindi, il mistero dei dischetti di plastica bianca che si sono riversati in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, dalla Costiera Amalfitana fino alla Toscana, con picchi nei pressi dell’Isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio.

Come ha riferito il Nucleo Speciale d’Intervento (Nsi) della Guardia Costiera, coordinato dal Reparto Ambientale Marino (Ram), si tratta di “filtri a biomassa adesa” utilizzati per la depurazione delle acque reflue rilasciati da un impianto per il trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d’acqua che sfociano in esso. In particolare, la Guardia Costiera ha accertato che i filtri, fuoriusciti a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove, per effetto delle correnti, si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana.

La prima segnalazione arrivata a Clean Sea Life risale al 20 febbraio a Ischia. Poi, spinti dalle correnti, i dischetti hanno cominciato a spiaggiarsi sempre più a nord, nel golfo di Gaeta, poi a Terracina, Anzio, Ostia, Fiumicino, fino a invadere le spiagge di Capalbio (Grosseto). Dischetti simili sono stati trovati 7 anni fa in America: provenivano dall’impianto di trattamento della cittadina di Hooksett (New Hampshire) che, a causa di forti piogge, il 6 marzo del 2011 andò in tilt scaricando dai 4 a 8 milioni di dischetti.

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