Appalti e rifiuti a Catania: indagati funzionari e imprenditori per corruzione

di Redazione

Un appalto da 350 milioni di euro per la gestione triennale dei rifiuti a Catania finito al centro di un sistema di corruzione. Per questo sono indagate per reati contro la Pubblica amministrazione sei persone, tra imprenditori, funzionari della Ragioneria generale del Comune e imprenditori attivi nel settore Ecologia e Ambiente.

Secondo l’inchiesta, diretta dal capo centro della Direzione investigativa antimafia Renato Panvino e coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, i funzionari e dirigenti avrebbero garantito pagamenti veloci e omesso i controlli.

I due imprenditori romani coinvolti sono vicini alla Ecocar, l’azienda che per conto dell’amministrazione ha gestito in regime di “prorogatio” la raccolta dei rifiuti. Gli investigatori ritengono che abbiano messo in piedi una vera e propria rete che operava anche a Roma e Milano: per loro i reati ipotizzati a vario titolo sono corruzione e peculato. Due i provvedimenti di custodia cautelare in carcere mentre una persona è agli arresti domiciliari. Per gli altri sono scattate rispettivamente due interdizioni per 12 mesi dall’esercizio di uffici direttivi e due sospensioni per un anno dal pubblico ufficio.

Nell’ambito dell’operazione, denominata “Garbage affair”, sono state condotte perquisizioni nelle case e nei luoghi di lavoro degli indagati, compresi alcuni uffici comunali. Nell’abitazione di uno degli indagati la Dia ha sequestrato oltre 20mila euro in contanti. Al centro dell’inchiesta, l’appalto da 346 milioni di euro bandito dal Comune di Catania per la raccolta dei rifiuti, la cui gara per tre volte è andata deserta, costringendo l’amministrazione a prorogare il servizio, per un costo di circa 100mila euro al giorno.

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