Aversa, unite nella vita e nella politica: le coppie candidate di “Potere al Popolo”

di Livia Fattore

Aversa – Uniti nella vita di tutti i giorni, uniti nell’avventura politica. Ernesto Rascato (noto contitolare della storica libreria ‘Quarto Stato’, da sempre impegnato nel sociale) e Luca De Rosa (già assessore della giunta guidata da Lello Ferrara, da sempre impegnato nella Sinistra), candidati della lista di sinistra “Potere al Popolo”, rispettivamente all’uninominale del Senato e della Camera, sono presenti all’appuntamento elettorale insieme a Antonella Avolio (altra contitolare di Quarto Stato e moglie di Rascato) e Angela Di Foggia (studiosa di storia locale e compagna di De Rosa), candidate nel listino a Montecitorio.

Una situazione che ad Aversa e nell’Agro Aversano, dove i quattro sono noti, non ha destato sorpresa più di tanto, considerato che tutti loro sono quotidianamente impegnati nel sociale e nelle lotte ambientali in particolare. Mentre Rascato e  Avolio sono legati anche dall’avventura della oramai storica (sono quaranta anni) libreria ‘Quarto Stato’, De Rosa e Di Foggia, ingegnere informatico lui, professoressa di Lettere lei, oltre alla politica, dividono, con soddisfazione, anche la passione per il teatro.

Sempre nella lista per Montecitorio tutti candidati dell’Agro Aversano: Gianni Giovine (operaio Alenia del sindacato Usb), Eduardo Danzet (precario di Carinaro proveniente dall’esperienza di Rifondazione Comunista), Giuseppe Cerreto (di Orta di Atella di ‘Città visibile’). Ad Aversa gli organizzatori sono riusciti “a tenere una prima assemblea di quasi 100 partecipanti e raccolto 200 firme in due giorni”. “Abbiamo deciso di candidarci – affermano gli interessati – per creare un fronte contro la barbarie, che oggi ha mille volti: la disoccupazione, il lavoro che sfrutta e umilia, le guerre, i migranti lasciati annegare in mare, la violenza maschile contro le donne, un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente”.

“Abbiamo deciso di candidarci – continuano Rascato e compagni – facendo tutto al contrario. Partendo dal basso, da una rete di assemblee territoriali in cui ci si possa incontrare, conoscere, unire, definire i nostri obiettivi in un programma condiviso”. “Per noi – concludono – le prossime elezioni non sono un fine bensì un mezzo attraverso il quale uscire dall’isolamento e dalla frammentazione, uno strumento per far sentire la voce di chi resiste, e generare un movimento che metta al centro realmente i nostri bisogni. Un movimento di lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e pensionati, di competenze messe al servizio della comunità, di persone impegnate in associazioni, comitati territoriali, esperienze civiche, di attivisti e militanti quali siamo”.

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