Telecamera nascosta nella tv incastra narcotrafficanti senegalesi a Torino

di Redazione

Torino – I carabinieri della compagnia Torino San Carlo hanno sgominato un’organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina e composta da senegalesi grazie, in particolare, ad una telecamera nascosta nella tv dell’appartamento che fungeva da laboratorio per il confezionamento e la vendita della droga. 7 le misure di custodia cautelare in carcere eseguite nei giorni scorsi dai militari dell’Arma.

E’ solo l’ultima fase di un’indagine che, già nei mesi scorsi, ha permesso di individuare altri 41 affiliati, di cui 18 arrestati e 23 denunciati, responsabili a vario di detenzione e spaccio di droga, di possesso e fabbricazione di documenti falsi, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Individuati i due fornitori albanesi e scoperto un laboratorio per il confezionamento e la vendita della cocaina gestito dall’organizzazione.

Ognuno degli affiliati aveva un compito specifico: logistica, gestione dei pusher, preparazione delle dosi, consegne a domicilio. I trafficanti erano in grado di soddisfare centinaia di clienti al giorno. La droga era destinata a un appartamento di via Vigevano 52, a Torino, sede del quartier generale e del laboratorio, dove la droga era stoccata, tagliata, confezionata e distribuita a decine di “operai dello spaccio” per la vendita al dettaglio nei quartieri torinesi. Individuati anche i principali fiancheggiatori del gruppo criminale che si occupavano di nascondere il denaro guadagnato con la vendita della droga. Denaro che era reinvestito nel traffico di cocaina e una parte serviva per pagare le spese legali degli affiliati arrestati e detenuti in carcere.

Sequestrati 160mila euro in contanti e un numero considerevole di documenti, tra passaporti e altri documenti, apparentemente validi per l’espatrio e intestati a stranieri extracomunitari, il cui possesso non era assolutamente giustificabile e di cui dieci, in ogni caso, erano stati contraffatti. Altri, invece, erano intestati a extracomunitari privi del permesso di soggiorno sul territorio italiano e dediti ad attività di spaccio sotto altro nome.

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