Ebrei: “Via il nome di Vittorio Emanuele III dai luoghi pubblici, imitate Napoli”

di Gabriella Ronza

Il popolo ebraico italiano grida a pieni polmoni: “Via il nome di Vittorio Emanuele III, firmatario nel 1938 delle Leggi razziste e complice di numerosi crimini commessi dal fascismo nell’arco del Ventennio, dalle scuole e biblioteche pubbliche a lui intitolate in Italia”. Portavoce di questo grido è la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in un messaggio inviato al ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini e diffuso nel notiziario quotidiano dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche 24.

“Con sgomento – scrive la presidente Ucei – abbiamo in questi giorni potuto constatare, con semplici ricerche, che in Italia esiste purtroppo ancor oggi un lungo elenco di scuole e di biblioteche pubbliche dedicate dagli italiani al re che li abbandonò al loro destino: valga per tutti l’esempio della Biblioteca Nazionale di Napoli, biblioteca pubblica statale, terza per importanza tra le biblioteche italiane, dopo le due Nazionali Centrali di Roma e di Firenze, che ha sede presso il Palazzo Reale, in Piazza del Plebiscito e che dipende dalla Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali”.

Nel messaggio si chiede con forza un intervento delle istituzioni, e personale del ministro, per porre rimedio “a tale scempio della Memoria, riportando quei luoghi pubblici, deputati al sapere e alla formazione, alla loro giusta vocazione”. Su Pagine Ebraiche 24 è stato, inoltre, ricordato che “la figura di Vittorio Emanuele III sarà tra l’altro al centro de “Il processo”, rappresentazione teatrale promossa dall’Ucei che andrà in scena all’Auditorium Parco della Musica la sera del 18 gennaio. Un’occasione unica per riflettere, con giuristi ed esperti di diritto ai più alti livelli, sulle responsabilità individuali e collettive.

La presidente Ucei è anche preoccupata della crescente legittimazione del fascismo, nel mondo dei media e dello spettacolo. A suscitare sgomento è stata tra le altre l’iniziativa del quotidiano “Il Tempo”, che negli scorsi giorni ha dedicato la propria prima pagina a Mussolini “uomo dell’anno”.

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