Papa Francesco: “I migranti sono persone, basta alimentare paure”

di Redazione

Dal dialogo fra le due Coree alle iniziative di pace in Siria, fino agli scontri per Gerusalemme capitale e alla questione migranti. Sono molti i temi toccati da Papa Francesco nel suo discorso al Corpo Diplomatico. In particolare, sulla questione delle migrazioni il Pontefice ha spiegato: “Oggi si parla molto di migranti e migrazioni, talvolta solo per suscitare paure ancestrali”. Per Bergoglio “occorre dunque uscire da una diffusa retorica sull’argomento e partire dalla considerazione essenziale che davanti a noi ci sono innanzitutto persone”. Poi il ringraziamento al nostro Paese: “Desidero esprimere particolare gratitudine all’Italia che in questi anni ha mostrato un cuore aperto e generoso e ha saputo offrire anche dei positivi esempi di integrazione”.

Bergoglio ha poi espresso apprezzamenti anche “per gli sforzi compiuti da altri Stati europei, particolarmente la Grecia e la Germania”. “Non bisogna dimenticare – ha affermato – che numerosi rifugiati e migranti cercano di raggiungere l’Europa perché sanno di potervi trovare pace e sicurezza, che sono peraltro il frutto di un lungo cammino nato dagli ideali dei Padri fondatori del progetto europeo dopo la Seconda Guerra Mondiale”. Secondo Francesco, “l’Europa deve essere fiera di questo suo patrimonio” e “l’arrivo dei migranti deve spronarla a riscoprire il proprio patrimonio culturale e religioso, così che, riprendendo coscienza dei valori sui quali si è edificata, possa allo stesso tempo mantenere viva la propria tradizione e continuare ad essere un luogo accogliente, foriero di pace e di sviluppo”.

Al centro del discorso del Pontefice, anche le tensioni fra Israele e Palestina, nate dalla questione di Gerusalemme capitale. Bergoglio ha spiegato che la Santa Sede “rinnova il suo pressante appello a ponderare ogni iniziativa affinché si eviti di esacerbare le contrapposizioni, e invita ad un comune impegno a rispettare, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite, lo status quo di Gerusalemme, città sacra a cristiani, ebrei e musulmani”. Ma quello di Gerusalemme non è l’unico aspetto internazionale affrontato da Papa Francesco. Il Papa ha anche parlato della tensione fra Corea del Sud e Corea del Nord. “È di primaria importanza che si possa sostenere ogni tentativo di dialogo nella penisola coreana, al fine di trovare nuove strade per superare le attuali contrapposizioni, accrescere la fiducia reciproca e assicurare un futuro di pace al popolo coreano e al mondo intero”, ha ricordato.

Mentre sulla guerra in Siria, Papa Francesco ha ricordato al Corpo Diplomatico che “è importante che possano proseguire, in un clima propositivo di accresciuta fiducia tra le parti, le varie iniziative di pace in corso in favore della Siria, perché si possa finalmente mettere fine al lungo conflitto che ha coinvolto il Paese e causato immani sofferenze”. “Il comune auspicio – ha affermato Francesco – è che, dopo tanta distruzione, sia giunto il tempo di ricostruire”.

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