Addio al professor Giuseppe Genovesi: i malati di Mcs perdono il loro punto di riferimento

di Redazione

La New Dreams esprime le condoglianze alla famiglia del professor Giuseppe Genovesi per la sua improvvisa dipartita, avvenuta domenica 21 gennaio. Aveva 60 anni. La notizia della scomparsa del noto immunologo del Policlinico ‘Umberto I’ dell’Università di Roma e docente all’università ‘La Sapienza’ rappresenta un fulmine a ciel sereno e ha creato negli animi degli ammalati affetti da Mcs (Sensibilità Chimica Multipla) non pochi dispiaceri in quanto per loro era un punto di riferimento. Anche la comunità scientifica nazionale, e non solo, è stata colta impreparata ed è sgomenta.

Amaro il commento del presidente della associazione ‘New Dreams’ di Aversa (Caserta), Donato Liotto, da anni accanto a Genovesi nella lotta alla Mcs e promotore di iniziative e convegni sulla malattia, in particolare a sostegno dell’aversana Adele Iavazzo. “Personalmente – racconta Liotto – lo ricordo con grande piacere, e ora con grande rimpianto. Ho avuto modo di conoscerlo e di averci parlato tante volte. Il professore ha lottato fino alla fine per veder riconosciuta la patologia della Mcs, veder riconosciuti i diritti dei malati di Sensibilità Chimica Multipla e dell’elettrosensibilità. Lui venne ad Aversa, su mio invito e dell’associazione New Dreams, dove tenemmo un convegno su questa malattia ancora riconosciuta dal Ministero della Salute. Durante il convegno svolto ad Aversa, l’intervento del professor Genovesi fu esaustivo su tutti i temi trattati, ci parlò per oltre un’ora della Mcs e anche dei danni derivanti dall’inquinamento a seguito dell’elettrosensibilità. Ci spiegò da dove nasceva questa patologia, le origini della stessa, e soprattutto del fatto che tutti possono essere colpiti da questo mostro infame e invisibile. Invisibile, come lo sono gli ammalati di Mcs, e tra questi ricordo a tutti la nostra concittadina Adele Iavazzo”.

“Il professor Genovesi aveva un grande cuore. – continua Liotto – La sua disponibilità era disarmante, era onnipresente, e attento non solo sul caso di Adele Iavazzo ma si prodigava per tutti. Lui era davvero il punto di riferimento di tutti gli ammalati della Mcs, e tra questi la nostra cara amica Adele. Ora mi chiedo: come faranno, a chi dovranno rivolgersi, per richiedere consigli, sostegno? Certo, ci saranno, e ci sono sicuramente altri bravissimi medici ai quali potersi rivolgere, ma nessuno mai potrà sostituire questo medico davvero unico che amava soprattutto dare tanta umanità, che non saliva sui piedistalli, che si poneva allo stesso livello dei suoi pazienti, che li prendeva per mano dando loro sicurezza e speranza. Addio caro professore, ci mancherai davvero tanto”.

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