Cesa, caso stalking: proseguono interrogatori. Il sindaco Guida: “Non avevo motivi per diffamare la mia ex moglie”

di Nicola Rosselli

Cesa – Dimissioni e interrogatori a Cesa nella vicenda che vede il sindaco Enzo Guida destinatario della misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex moglie. A presentare le proprie dimissioni da componente del direttivo del locale circolo del Partito Democratico Raffaele De Michele, l’avvocato, ex collaboratore di studio dello stesso Guida, che, secondo alcune lettere anonime, sarebbe stato (ed è questo l’oggetto della querela per diffamazione) il nuovo compagno dell’oramai ex moglie del sindaco. Circostanza smentita categoricamente dall’ex moglie di Guida, il cui avvocato, Pasquale Altamura, che la sta rappresentando nella causa civile di separazione, aveva sottolineato: “Molte notizie false sono state divulgate sul conto della mia assistita, in primis in relazione all’esistenza di un compagno che la signora non ha”.

Questo sul piano prettamente politico. Una situazione che, ancora una volta, giustifica tutto l’imbarazzo espresso dagli esponenti democratici cesani, tenuto conto che praticamente tutti i personaggi di questa vicenda, a metà strada tra gossip, politica e cronaca giudiziaria, sono in qualche modo collegati con il Partito Democratico. Sul piano giudiziario c’è da registrare l’interrogatorio da parte dei magistrati che indagano sulla vicenda della consigliera comunale ed ex presidente del Consiglio comunale (incarico dal quale si era dimessa proprio per evitare strumentalizzazioni) Erika Alma, nuova compagna del sindaco. La donna, anche lei esponente del Partito Democratico, è stata ascoltata quale persona informata sui fatti e, nel corso dell’incontro con il magistrato della procura di Napoli Nord in Aversa, avrebbe ammesso la relazione.

Il sindaco, quando è stato ascoltato, la scorsa settimana, a sua volta dal gip Nicola Erminio Paone, aveva respinto le accuse. “Non ho inviato alcuna lettera, non ho mai cercato di diffamare in alcun modo la madre dei miei figli”. Assistito dal penalista Vittorio Giaquinto, Guida aveva anche spiegato al giudice di “non avere alcun motivo per cercare di scoprire eventuali relazioni della moglie dopo la fine del loro rapporto. L’ho lasciata io, come è noto, perché mi sono innamorato di un’altra donna. Se anche lei ha instaurato nuove eventuali relazioni, questo non mi riguardava e non mi riguarda”. Come si ricorderà, gli inquirenti avevano, tra l’altro, disposto perquisizioni anche presso la casa comunale da dove avevano portato via un computer in uso al primo cittadino che si era visto sequestrare anche il cellulare.

Guida, però, era stato “scagionato” dall’interrogatorio di garanzia di suo padre che, sempre la scorsa settimana, aveva, sostanzialmente ammesso una parte delle accuse che gli erano state contestate, ammettendo che le lettere erano state una sua idea. E anche le intercettazioni abusive con le quali aveva cercato di scoprire una tresca tra sua nuora e un ex collaboratore di studio di suo figlio.

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