“Abolire tasse universitarie per tutti”, polemica sulla proposta di Grasso

di Redazione

Vorrebbe “regalare” la cultura e l’istruzione Piero Grasso con la sua idea di abolire le tasse universitarie per tutti, ma la proposta del leader di Liberi e Uguali si è trasformata in un boomerang. La misura, ha spiegato Grasso dall’assemblea nazionale del suo movimento “Liberi e Uguali” a Roma, costa 1,6 miliardi: “E’ un decimo dei 16 miliardi che ci costa lo spreco di sussidi dannosi all’ambiente, secondo i dati del ministero dell’ambiente”.

Per molti, in questo modo, si favorirebbero i “ricchi” a discapito dei “poveri”, quindi sarebbe una misura tutt’altro che democratica. “È una proposta trumpiana perché gli studenti meno abbienti sono già esentati”, sostiene Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, secondo il quale sarebbe “un supporto alla parte più ricca del Paese” perché, spiega, “oggi sono già esentati di fatto gli studenti con redditi bassi dalle tasse universitarie, se le metti a carico della fiscalità’ generale stai dicendo che anche i redditi bassi che non hanno figli a scuola devono pagare per mandare in molti casi persone che hanno reddito medio a scuola”.

Rincara la dose Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione, la quale ricorda che “sulle tasse universitarie si sono già fatte operazioni importanti due anni fa con l’introduzione di una no tax area”. “Già dalla finanziaria del 2017 – spiega Fedeli – per le famiglie economicamente deboli c’è già questa possibilità. Non solo, ma abbiamo anche introdotto una norma che calmierizza fino a 30mila euro di reddito i costi delle tasse universitarie. Quello che bisogna fare – ha precisato – è investire molto di più sulle borse di studio”.

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