Teverola, rapina finita nel sangue: l’uomo trovato morto è stato ucciso dal complice

di Antonio Taglialatela

Teverola – Svolta nelle indagini sul ritrovamento del cadavere, identificato in Aurel Xhili, ventenne, di origine albanese, rinvenuto intorno alle 18 di giovedì 18 gennaio in un campo incolto di via Campanello, nelle vicinanze della scuola media “Ungaretti”. I carabinieri del reparto territoriale di Aversa, coordinati dal tenente colonnello Antonio Forte, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto due persone. Si tratta di un 26enne di Aversa, Clemente Cipresso, e di un 37enne di origine bulgara, Tsvectomir Ivanov Hristov, residente a Teverola.

L’episodio è collegato all’aggressione subita da un trentenne di Casapesenna a breve distanza dal luogo in cui è stato ritrovato il cadavere. Dalle indagini è emerso che Cipresso e Hristov, insieme a Xhili, a bordo di una Fiat Punto condotta da Cipresso, col volto parzialmente travisato e armati di una pistola calibro 32 illegalmente detenuta (Hristov) e di coltello a serramanico (Xhili), nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio, intorno all’una, aggredivano a scopo di rapina il giovane, P.D.C., e la ragazza che era con lui a bordo di una Fiat Panda. Mentre due dei rapinatori, ossia i due stranieri, entravano nell’abitacolo per tentare di impossessarsi dell’autovettura, il trentenne reagiva e ingaggiava una colluttazione, così il bulgaro gli esplodeva contro diversi colpi dell’arma da fuoco, ferendolo alla gamba, e si impossessava del suo cellulare iPhone.

Nelle fasi concitate uno dei colpi esplosi dalla pistola di Hristov attingeva accidentalmente anche il complice Xhili. Quest’ultimo, insieme al bulgaro, riusciva a darsi alla fuga ma, circa 200 metri più avanti, stramazzava al suolo, sul posto dove poi, il giorno successivo, è stato ritrovato cadavere. Il trentenne di Casapesenna, intanto, veniva ricoverato prima all’ospedale di Aversa e poi al Cardarelli di Napoli per una lesione all’arteria femorale. Sottoposto ad intervento chirurgico, veniva dichiarato fuori pericolo di vita.

Sulla base degli elementi raccolti i militari dell’Arma arrestavano nelle loro abitazioni Cipresso e Hristov: il primo con l’accusa di rapina aggravata in concorso, il secondo anche per omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma e ricettazione. In virtù dei rilievi eseguiti dalla Scientifica e dal medico legale, infatti, si accertava che i proiettili che avevano ferito il trentenne di Casapesenna e ucciso Xhili provenivano dalla stessa pistola brandita da Hristov e compatibilmente esplosi nell’orario in cui era stata compiuta la rapina.

IN ALTO UN VIDEO DEL SOPRALLUOGO DEI CARABINIERI

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