Aversa, le fontanelle pubbliche alternative alla Casa dell’Acqua?

di Antonio Arduino

Aversa – Per avere dell’acqua di qualità controllata pagando 5 centesimi di euro a bottiglia è proprio necessario realizzare una ‘Casa dell’Acqua’, non sarebbe più semplice prenderla alle fontanelle pubbliche presenti nella nostra città? Questa la domanda di un cittadino che ha letto della prossima realizzazione di tre “Case dell’Acqua” ad Aversa. Una domanda che ci ha incuriosito, così che abbiamo fatto delle verifiche. Il risultato è che, probabilmente, il lettore ha ragione. Le fontanelle pubbliche della città di Aversa forniscono del tutto gratuitamente acqua di ottima qualità, proveniente dai pozzi di Santa Sofia, Monte Tifata e San Prisco certificata dal laboratorio dell’Azienda sanitaria locale come acqua utilizzabile per l’uso umano essendo conforme ai parametri previsti dal decreto legislativo numero 31 del 2 febbraio 2001 e seguenti.

Questo significa che l’acqua presa dalle fontanelle può essere non solo bevuta senza alcun problema, ma utilizzata anche per lavarsi i denti, cucinare e per ogni altro uso che l’uomo possa farne. I dati sulla qualità dell’acqua che fuoriesce dalle fontanelle sono rilevabili anche via Internet sul sito della Arpac dipartimento provinciale di Caserta, area analitica, quindi si tratta di dati ufficiali che testimoniano la qualità dell’acqua. Qualità che viene controllata per legge 63 volte nel corso dell’anno così si può essere certi di bere acqua non inquinata da germi e batteri.

Un’acqua che può competere con le acque imbottigliate vendute nei supermercati. Certo, dalle fontanelle l’acqua non esce frizzante perché non è addizionata con anidride carbonica. Tuttavia, a differenza delle tre case dell’acqua che saranno dislocante a nord, a sud e al centro della città, le fontanelle pubbliche sono oltre una ventina e sono collocate praticamente su tutto il territorio comunale. Ne abbiamo a Porta Napoli, piazza Savignano, piazza Marconi, piazza Principe Amedeo, piazza Vittorio Emanuele, piazza Santulli, piazza Trieste e Trento, a Porta San Giovanni, in via San Biagio, in via San Nicola, insomma sono presenti in tutta la città e facilmente raggiungibili, rispetto alle future tre case dell’acqua che dovranno essere realizzate e che imporranno spostamenti anche notevoli per essere raggiunte.

Forse, riutilizzando le bottiglie di plastica, la casa dell’acqua potrebbe servire a ridurre il consumo della plastica ma questo potrebbe accadere anche se si desse il via ad una campagna informativa sui, possibili, danni prodotti alla salute bevendo acqua contenuta in bottiglie di plastica che è dimostrato, rilasciano particelle tossiche e sui vantaggi dell’uso delle bottiglie di vetro.

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