Piazza Armerina, anziano rapinato e picchiato: arrestati tre catanesi

di Redazione

All’alba del 2 dicembre, gli agenti della squadra mobile di Enna e del commissariato di Piazza Armerina, con la collaborazione della squadra mobile di Catania, hanno eseguito l’arresto di tre uomini di Catania, residenti fra i noti quartieri di Librino e San Cristoforo: si tratta del 41 enne Giancarlo Privitera, del 42enne Luigi Intelisano e del 46enne Giuseppe Agatino Cassone. I tre sono stati arrestati poiché in concorso tra loro, Privitera e Cassone, in qualità di esecutori materiali e Intelisano, in qualità di ‘palo’ e di autista del mezzo adoperato per la fuga, si introducevano all’interno dell’abitazione di un uomo anziano per impossessarsi dei suoi beni, usandogli violenza. Al momento della fuga, infatti, lo strattonavano facendolo cadere, colpendolo con calci alle gambe. Inoltre, Privitera e Cassone sono indagati in concorso poiché in conseguenza dei calci inferti all’anziano, gli procuravano contusioni ed escoriazioni in varie parti del corpo, giudicate guaribili in cinque giorni.

I fatti hanno avuto origine dalla richiesta di aiuto, pervenuta la mattina del 13 ottobre 2016 presso gli uffici del commissariato di Piazza Armerina, relativa ad una tentata rapina ai danni di una persona anziana, perpetrata all’interno della sua abitazione, fra l’altro poco distante dalla sede del Commissariato, da alcuni malviventi che avevano profittato dell’affluenza in città di persone, commercianti ed avventori, in occasione del mercato settimanale. Sul posto, giungevano immediatamente gli uomini dei due uffici investigativi, fra l’altro quella mattina impegnati in servizi straordinari di controllo del territorio proprio nella cittadina armerina, apprendendo direttamente dalla vittima che, pochi minuti prima, facendo rientro nel suo appartamento, dopo una breve assenza, vi aveva sorpreso due individui i quali, dopo avergli inizialmente impedito di accedere alla propria abitazione bloccando la porta dall’interno, la aprivano improvvisamente.

I due uomini, con il volto travisato, lo strattonavano per allontanarlo e garantirsi la fuga, facendolo cadere per terra. Nella circostanza lo stesso pensionato sbatteva violentemente la testa ed altre parti del corpo e nel tentativo di inseguirli veniva colpito dai malfattori con alcuni calci, che lo colpivano alle gambe ed in altre parti del corpo, lasciandolo sofferente per le scale del condominio, mentre i criminali abbandonavano lo stabile scendendo di corsa le scale. Giunta in strada, la vittima chiedeva aiuto ai passanti che si attivavano prestando soccorso e allertando la polizia. Dalle prime tempestive indagini si riusciva a ricostruire la dinamica dei fatti, le caratteristiche fisico-somatiche dei malviventi, nonché ad individuare il veicolo utilizzato per la fuga. Il malcapitato veniva accompagnato presso il nosocomio armerino per le cure del caso, per aver riportato lesioni personali per contusioni ed escoriazioni in varie parti del corpo.

La puntuale ricostruzione del grave evento delittuoso, consentiva nell’immediatezza di ricostruire la protervia del gruppo criminale, che non a caso aveva deciso di colpire nel centro armerino, in quanto si accertava che i pregiudicati catanesi fin dal prime ore del mattino avevano eseguito un attento sopralluogo presso il condominio individuato per il colpo, entrando e uscendo più volte dall’immobile. Infatti, grazie alla individuazione di vari impianti di videosorveglianza presenti nella zona si riusciva a ricostruire tutta la dinamica, dall’arrivo alla fuga precipitosa, il tutto perfettamente corrispondente alle acquisizioni investigative. Nonostante fossero state attivate immediatamente le ricerche sul territorio del segnalato fuoristrada, i criminali facevano perdere le loro tracce. Nel corso della medesima giornata analoghe ricerche venivano effettuate nei quartieri Librino e San Cristoforo, presso i luoghi riconducibili a Cassone, sin da subito individuato come soggetto coinvolto nella vicenda, come dalle informazioni ricavabili dalle banche dati in uso alle forze di polizia, spesso controllato in compagnia di Privitera e Intelisano.

Le successive indagini, eseguite anche mediante l’analisi dei dati di traffico telefonico e l’ascolto delle intercettazioni sulle utenze in uso ai malviventi, permettevano di accertare senza alcuna ombra dubbio la responsabilità dei criminali, in maniera perfettamente convergente con quanto rilevato dall’attenta visione dei vari filmati acquisiti dai sistemi di videosorveglianza cittadini. Inoltre, l’esito delle intercettazioni telefoniche sul gruppo di soggetti confermava la piena responsabilità in capo agli stessi per i delitti contestati, in relazione sia i rapporti di frequentazione reciproca che al loro coinvolgimento nella perpetrazione di altri reati.

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