Torino, 7 indagati per l’omicidio del commerciante Amoruso

di Redazione

Torino – La Procura di Torino ha disposto la notifica di sette avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti indagati coinvolti, a vario titolo, nelle indagini sull’omicidio del commerciante Vito Amoruso, avvenuto sotto la sua abitazione in via Valdieri a Torino il 22 ottobre 2015.

Nell’ambito delle indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino con la collaborazione dei carabinieri del Ris di Parma e della compagnia di Mondovì, erano già indagati e sottoposti a custodia cautelare in carcere, sin dal luglio scorso, Daniele Uberti, 44 anni e Mura Thomas, 25 anni, entrambi residenti in provincia di Cuneo, nei cui confronti sono stati acquisiti gravi e convergenti elementi di responsabilità per l’omicidio, come ritenuto anche dal gip che ha emesso il provvedimento cautelare di custodia in carcere nei loro confronti (nel caso di Uberti con contestuale convalida del fermo cui era stato sottoposto).

Più ampie indagini, che hanno consentito di ricostruire non solo la dinamica dell’omicidio ma anche gli ultimi anni di vita personale e imprenditoriale della vittima, hanno permesso di procedere anche a carico di altri cinque indagati. E’ stato possibile individuare, innanzitutto, colui che ha ceduto a Uberti l’arma poi utilizzata per il delitto, e sono state accertate le gravi pressioni estorsive, pur se non connesse all’omicidio, attuate, nei confronti della vittima, da un suo ex socio in affari. In particolare è stato confermato che l’8 luglio 2015, alle 07.30 del mattino, all’uscita del suo portone, Vito Amoruso era già stato avvicinato da due soggetti stranieri i quali, armati di una pistola, gli hanno intimato di accettare le condizioni dettate dal suo ex socio (ritenuto mandante dell’azione estorsiva) per definire i reciproci rapporti patrimoniali conseguenti alla cessazione di una comune attività commerciale. Peraltro, i due esecutori materiali dell’estorsione sono stati arrestati in flagranza il 16 aprile 2016 dai carabinieri di Pietra Ligure (Savona), in quanto in possesso di una pistola illecitamente detenuta, reati attribuiti alla competenza della Procura della Repubblica di Savona.

Ulteriore avviso di garanzia è stato notificato a un altro torinese, ritenuto concorrente nei fatti estorsivi in quanto intermediario tra il mandante e gli autori materiali dell’estorsione. Al termine delle indagini preliminari, il Giudice competente dovrà valutare il fondamento anche di queste seconde accuse.

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