Strage in Texas, uomo spara in una chiesa: almeno 26 morti

di Redazione

E’ di almeno 26 vittime, tra i 5 e i 72 anni, e 24 feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta all’interno di una chiesa in Texas, negli Stati Uniti. Si tratta della First Baptist Church di Sutherland Springs, a est di San Antonio. Le autorità locali hanno confermato che l’uomo che ha aperto il fuoco è stato ucciso. Secondo diversi media locali, si tratterebbe di Devin Kelley, un ex militare 26enne.

Tra le vittime c’è anche la figlia 14enne del pastore della chiesa. Lo riferisce alla Cnn la madre della ragazza rimasta uccisa, Sherry Pomeroy, moglie del pastore Frank Pomeroy, confermando che né lei né il marito si trovavano in chiesa durante la messa. Ferito un bimbo di sei anni.

La ricostruzione di quanto è accaduto è affidata alle testimonianze: venti colpi esplosi con un fucile d’assalto, uno dopo l’altro in un lasso di tempo molto ravvicinato. Il killer avrebbe cominciato a sparare ancor prima di fare ingresso nell’edificio per poi continuare all’interno. Indossava una maschera, un vestito nero, un giubbotto antiproiettile e aveva con sè molte munizioni. Una persona avrebbe inoltre risposto al fuoco. Per il resto regna assoluta l’incredulità nella piccola comunità attorno alla First Baptist Church, una realtà ristretta, adesso sgomenta. “Metà della congregazione è stata uccisa”, raccontano alcuni testimoni.

Della messa esisterebbe un video, pubblicato su YouTube, che gli inquirenti starebbero ora prendendo in considerazione. Stando ad alcune indicazioni, ma ancora non verificate, lo sparatore avrebbe tentato di fuggire a bordo di un auto dopo aver aperto il fuoco, tentativo però subito fallito. Si fanno avanti ipotesi che si tratti di un residente della zona.

Di quanto accaduto è stato informato anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “Dio sia con la gente di Sutherland Springs, Texas. L’Fbi e le forze di sicurezza sono sul posto. Io monitoro la situazione dal Giappone”, ha scritto su twitter reagendo alle notizie. “E’ un atto malvagio”, ha aggiunto poi parlando da Tokyo. “Non possiamo tradurre in parole il dolore che proviamo – ha detto -. Meglio, restiamo uniti e attraverso le lacrime, restiamo forti”.

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