Palermo, auto rubate in un deposito a Brancaccio: 7 arresti

di Redazione

Palermo – Gli agenti del commissariato di Brancaccio e del compartimento stradale Sicilia Occidentale, nell’ambito dell’operazione “Dirty Cars”, hanno tratto in arresto sette persone (tre in carcere e quattro ai domiciliari) ritenute componenti di un’organizzazione criminale dedita alla ricettazione e al riciclaggio di veicoli. In carcere sono finiti i palermitani Giuseppe Di Maria, 43 anni; Tommaso Tutone, 39; Rocco Tutone, 39.

Il sodalizio criminale, che aveva come base operativa un’officina meccanica nella zona industriale di Brancaccio, è stato individuato a seguito di una lunga e complessa attività di indagine sul fenomeno della ricettazione e del riciclaggio di veicoli. Le attività investigative si sono sviluppate attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali.

E’ stato accertato come il sodalizio criminale avesse scientificamente diviso i ruoli ai singoli sodali, attribuendo a ciascuno responsabilità diverse in ordine alla filiera criminale, che andava dalla ricettazione delle vettura allo smaltimento delle parti dei mezzi rubati non più utilizzati. A capo dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’era il gestore dell’officina meccanica, Giuseppe Di Maria. Limitrofo all’officina era attivo un deposito, sempre gestito da Di Maria, dove venivano introdotti veicoli di provenienza delittuosa. Di Maria, sempre come ricostruisce la polizia, unitamente ad altri indagati lì procedeva alle operazioni di riciclaggio, consistenti nello smantellamento di veicoli i cui pezzi ed organi meccanici venivano montati e riassemblati in altri veicoli identici per marca e modello, o comunque compatibili, al fine di nasconderne la provenienza illecita.

Dalle indagini è, inoltre, emerso che anche una società onlus impegnata nella assistenza e nel trasporto di disabili impiegasse veicoli frutto di riciclaggio. E’ stato, inoltre, acclarato dagli inquirenti che, ad operazione ultimate, il gruppo provvedeva anche a disfarsi delle carcasse e di altro materiale non utilizzato avvalendosi di diversi soggetti estranei all’organizzazione, ma che mettevano i loro mezzi a disposizione.

Si è riuscito anche ad individuare numerosi altri soggetti che si rivolgevano al sodalizio allo scopo di venire in possesso di veicoli oggetto di riciclaggio o di parti meccaniche di essi da utilizzare come ricambi, consapevoli della loro provenienza delittuosa. Si è proceduto pertanto al deferimento in stato di libertà di 17 persone. Durante le indagini è anche emerso come alcuni degli indagati siano stati coinvolti in reati estorsivi, poiché in singoli episodi, mediante minacce, pretendevano ed ottenevano dalle vittime di furti di veicoli, cospicue somme di denaro per la restituzione dei mezzi rubati, utilizzando il metodo del cavallo di ritorno. Effettuate, intanto, perquisizioni in altri siti nella disponibilità degli associati in cui si sospetta si siano concretizzati altri analoghi episodi delittuosi.

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