Camorra, colpo al clan Lo Russo di Napoli: 43 arresti, sequestrato arsenale

di Redazione

Carabinieri e Polizia di Stato hanno eseguito, su disposizione del gip di Napoli, 43 arresti per associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione e spaccio di droga e detenzione e porto di armi. Nel corso delle indagini operate su due filoni investigativi, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, sono state messe in luce – secondo quanto riferiscono le forze dell’ordine – le attività del clan camorristico dei “Lo Russo” operante nell’area Nord del capoluogo campano.

Accertate le responsabilità degli affiliati anche in ordine al traffico e spaccio di stupefacenti e individuati narcotrafficanti che operavano sfruttando canali di fornitura esteri. Sequestrato l’arsenale del clan, con il rinvenimento di un fucile mitragliatore 5 fucili e 6 pistole, 3 giubbotti antiproiettile e centinaia di munizioni.

Identificati anche coloro che si occupavano dello smercio «al dettaglio» di cocaina, eroina, marijuana e hashish nei quartieri di Miano, Piscinola, Marianella e Chiaiano e nel rione Don Guanella. Le accuse per gli arrestati vanno dall’associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti alla detenzione di armi comuni e da guerra.

Il clan Lo Russo sfruttava canali di fornitura esteri per approvvigionarsi di droga. E chiedeva una tangente di circa 10mila al mese ad alcuni narcotrafficanti che rifornivano le piazze di spaccio gestite da altre organizzazioni criminali. Il gruppo criminale aveva contatti con trafficanti che provvedevano a importare la droga direttamente dal Sud America.

Tra gli arrestati spiccano le figure di Damiano Pecorelli e Salvatore Angelo Miraglia, legato da vincoli di parentela alla famiglia Lo Russo, definiti dai collaboratori di giustizia trafficanti di elevato spessore con importanti contatti con il Sud America. Nella rete delle forze dell’ordine anche Ettore Bosti, nipote di Patrizio Bosti (figura apicale del clan Contini) che in alcune occasioni ha rifornito Carlo Lo Russo di grossi quantitativi di sostanza stupefacente poi ceduta alle numerose piazze di spaccio, gestite direttamente dal clan.

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