Aversa “ostaggio” degli studenti: viabilità quotidianamente in tilt

di Antonio Arduino

Aversa – Via Fermi, via Corcioni, via Costantinopoli, via D’Acquisto, via Giotto, via Riverso, via Ovidio, viale Kennedy, via Canduglia, via Linguiti, via De Chiara, via Di Giacomo, via Verga, via Nobel, viale Gramsci, viale Europa, via San Nicola, via dell’Archeologia, piazza Fuori Sant’Anna, piazza Crispi, piazza Cirillo.

Non sono strade e piazze che l’amministrazione comunale pensa di ristrutturare ma strade e piazze su cui si affacciano le scuole cittadine, istituti comprensivi comunali e istituti d’istruzione superiore quali licei, istituti tecnici, istituti professionali scuole che vantano mediamente un migliaio di iscritti ciascuna.

Strade e piazze che formano una sorta di cintura che stringe la città perché, per due volte, ogni giorno, escluse le festività, vengono invase da una marea di studenti che la tengono letteralmente in ostaggio. Arrivano da ogni parte di Aversa e da tanti comuni limitrofi, compresi quelli del nord napoletano, per frequentare le scuole comunali ed istituti d’istruzione superiore della città.

E con gli studenti arriva una marea di bus turistici, autovetture da noleggio o affini adibite al trasporto scolastico, effettuato spesso in maniera abusiva. Sono numeri enormi, parliamo di oltre 20mila studenti che, in maniera quasi contemporanea, si riversano nelle strade e nelle piazze di Aversa, bloccando letteralmente una città che, malgrado la sua piccola estensione pari a circa otto chilometri quadrati, è centro d’attrazione quotidiana di migliaia di persone dirette al tribunale Napoli Nord, all’Inps, all’Inail, all’Agenzie delle Entrate, all’Agenzia per l’Impiego, uffici e negozi.

Persone, molte delle quali provenienti dai paesi limitrofi, costrette, come gli aversani, a sopportare il traffico e le sue conseguenze di una grande città pur lavorando o frequentando uffici collocati in un comune di piccola estensione. Tutto questo per l’assedio a cui è sottoposta Aversa ogni giorno per l’ingresso e l’uscita scolastica dei 20mila e passa studenti.

Un problema da affrontare e risolvere, partendo innanzitutto dalle scuole che, invece di tendere a far crescere il numero degli iscritti, dovrebbero contenerlo nel massimo possibile in base alla capienza delle aule didattiche, fissata da precise norme di legge, per evitare ‘classi pollaio’ e doppi turni, come ricorda ogni anno l’ufficio scolastico provinciale che, però, poi non controlla.

Dovrebbero essere razionalizzati gli ingressi e le uscite, concordando orari sfalsati. Dovrebbero essere creati uno o più terminal per i bus, specialmente per quelli di grosse dimensioni che ad oggi parcheggiano in strada e piazze per consentire la discesa degli studenti. Certo, l’ideale sarebbe creare una cittadella scolastica in cui insediare almeno gli istituti di competenza comunale, ma questa è utopia.

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