Melito Porto Salvo, furbetti del cartellino: arrestati 7 comunali

di Redazione

Nella mattinata del 25 ottobre, i carabinieri della compagnia di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), unitamente ai militari della stazione carabinieri forestali ed agli agenti del Corpo di Polizia Municipale, hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di sette dipendenti del comune di Melito Porto Salvo.

Nei confronti di costoro il gip del locale tribunale ha reputato sussistere gravi indizi di colpevolezza per i reati di truffa aggravata ai danni del predetto comune e falsa attestazione della propria presenza in servizio mediante modalità fraudolente consistite nell’allontanamento dal luogo di lavoro senza effettuare la timbratura del badge ovvero scambiando il proprio badge con altri dipendenti.

Le indagini riguardano fatti che risalgono al periodo compreso tra i mesi di marzo ed aprile del 2016 nel quale, visto l’approssimarsi delle consultazioni referendarie che si sarebbero poi svolte il successivo 17 aprile, vennero stanziate alcune somme di denaro che sarebbero dovute servire, ai competenti uffici comunali, proprio per far fronte ai pagamenti delle ore di lavoro per il cosiddetto “straordinario elettorale”.

Le attività investigative, durate circa due mesi, hanno permesso di accertare come un nutrito numero di dipendenti, pur risultando regolarmente in ufficio a prestare ore di straordinario in favore dell’Ente pubblico di appartenenza si trovassero, invece, in tutt’altri luoghi privati.

Gli indagati, oltre che scambiarsi reciprocamente i badge personali, eludendo cosi il sistema di rilevazione elettronica delle presenze, si dedicavano alle più svariate attività personali: vi era chi andava al mercato a fare la spesa, chi stava in auto a leggere il giornale, chi effettuava sortite in circoli ricreativi, in supermercati o nei bar, taluni si recavano dal barbiere, chi presenziava a cerimonie funebri; chi, prediligeva prendersi cura del proprio appezzamento di terreno, chi si teneva in forma con delle vere e proprie sessioni di “running” quotidiane della durata di 30 minuti cadauna, svolte all’interno del chiostro di un edificio comunale. Il tutto ovviamente e rigorosamente in orario di lavoro.

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