Teverola, permessi sindacali: la “ribelle” Beatrice Barbato vince un’altra battaglia

di Antonio Arduino

Teverola – Aveva avviato la sua lotta dalle colonne di Pupia Beatrice Barbato, di Teverola, operatrice di una catena di supermercati che si era vista negare i sui diritti, in particolare quelli sindacali, dalla direzione aziendale. A alla fine ce l’ha fatta.

Aderente al sindacato Flaica-Cisl, facendo da battistrada a tutti gli altri operatori della stessa catena di supermercati, la Barbato si è rivolta al giudice del lavoro per far valere i suoi diritti, in particolare quello sindacale. Una condizione comune a molti suoi colleghi che negli ultimi tre anni, malgrado il sovraccarico di lavoro a cui si sono sottoposti per il bene dell’azienda, si sono visti decurtare, di fatto, lo stipendio, vedendosi negata la 14esima mensilità ed applicare un uso prolungato degli ammortizzatori sociali.

Con sentenza del 31 agosto 2017 del giudice del lavoro del Tribunale Napoli Nord, Ida Ponticelli, Beatrice Barbato si è vista riconoscere i suoi diritti, in particolare quello sindacale, come recita l’atto conclusivo della vertenza firmato dal magistrato che dichiara “antisindacale” la condotta tenuta dall’azienda, consistita nell’avere negato ai rappresentanti sindacali della Fisascat Cisl ricorrente la fruizione di permessi sindacali ex articolo 23 e 30 legge 300/70 e 23 Ccnl commercio.

Il giudice ha ordinato, pertanto, all’azienda, in persona del suo legale rappresentante pro-tempore, “la cessazione delle predette condotte e la rimozione dei loro effetti, ed in particolare le ordina di concedere la retribuzione dei permessi richiesti come disposto dall’articolo 23 ccnl commercio nonché la corresponsione delle somme spettanti per le riunioni del 21.2.2017, 6.3.2017 e 29.3.2017”.

Esprime soddisfazione il segretario regionale del Fisascat Cisl, Di Micco, che sottolinea “l’importanza di una sentenza che sgombra il campo da tentativi di interpretazione della legge 300 del 1970 in materia di diritti sindacali che una certa parte della grande distribuzione ultimamente sembra essere più appassionata ad interpretare invece di applicare”.

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