Aversa, Puc e lo spettro del cemento: ecco alcune opinioni

di Livia Fattore

Aversa – Redazione del Puc, ossia il futuro di Aversa. Dalle ceneri delle polemiche di questi giorni sul cambio di giunta e di maggioranza, emerge il problema reale della politica e della città con il pericolo di nuove colate di cemento su un territorio che ha oramai pochissimi spazi non edificati.

“Aversa – ha dichiarato il capogruppo di Fi Gianpaolo dello Vicario – non ha bisogno di costruzioni, ma di servizi, di parcheggi e di impianti sportivi, credo che la città abbia il sacrosanto diritto di sapere la verità sulla redazione di questo fondamentale strumento di pianificazione. Vogliamo sapere gli accordi segreti o i subdoli tentativi pregressi attuali e futuri sul Puc. Vogliamo sapere che cosa è accaduto la mattina della famosa giunta della delibera di non costituzione di parte civile. Vogliamo sapere quali richieste o pretese particolari sono state fatte”.

Più tecnico l’intervento dell’architetto e ingegnere Romualdo Guida, presidente di un consorzio che vede tra gli aderenti anche la curia vescovile e diverse associazioni, che chiede di ripartire dai piani integrati di intervento. “Qualche tempo fa – rivela il tecnico aversano – facevo pervenire al sindaco e agli assessori una missiva nella quale sottolineavo, da cittadino che ama profondamente la sua città, la necessità di approvare una delibera di giunta, della quale allegavo anche lo schema, affinché, nelle more della concretizzazione del Puc, potessero essere avviati da parte dei privati cittadini riuniti in consorzio, quindi a costo zero per l’amministrazione, piani integrati di intervento”.

Guida entra, poi, nel concreto e spiega: “Si deve considerare, infatti, che il Prg è in vigore assieme al piano di recupero del centro storico. Se dotati di opportuni piani attuativi, questi strumenti urbanistici possono efficacemente dare risposte veloci ad una urgentissima trasformazione della città. È possibile, infatti, all’interno del territorio comunale individuare una o più aree che si caratterizzino per dimensione, complessità urbana, relazioni con il tessuto socio economico locale tali da rendere opportuna l’adozione di uno o più  strumenti urbanistici attuativi, capaci di gestire il complesso di operazioni patrimoniali, economiche e sociali per adeguare la Città alle sue vocazioni: Città del Turismo, Città degli Studi, Città del Commercio  e, infine ma non ultima, Sede di un Tribunale che serve un milione e duecentomila utenti”.

Un richiamo alla memoria, infine, l’intervento del responsabile dell’Osservatorio Cittadino, Gino della Valle, già assessore e primo dei non eletti di Fi, che afferma: “Abbiamo notato un’incomprensibile richiamo al Puc come unico punto di interesse di questa amministrazione come se il nuovo piano dovesse prevedere chissà cosa. De Cristofaro, in campagna elettorale, sposando la tesi degli altri candidati a sindaco, promise un Puc a consumo di suolo zero”.

“Noi siamo – Della Valle – fermi a quella promessa ed a quel punto del programma. Non crediamo, infatti, che sia stato sottoscritto un nuovo programma amministrativo senza comunicarlo alla città. Aversa non ha bisogno di nuove case ma di servizi, di parcheggi e di impianti sportivi. Dobbiamo ripopolare il centro storico, dotarlo di parcheggi e puntare sul riutilizzo del costruito per creare i servizi che mancano. Questo sembrava ben chiaro al sindaco in campagna elettorale e fino a quando pubblicamente non dichiarerà il contrario noi non crederemo ad altro”.

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