Danimarca, la giornalista Kim Wall trovata decapitata in mare: fermato un inventore

di Redazione

E’ di Kim Wall, giornalista freelance svedese, il busto recuperato lunedì sull’isola di Amager, in Danimarca. A confermarlo è la polizia danese che, tramite il suo profilo Twitter, ha comunicato l’esito dell’esame del Dna. La donna era scomparsa il 10 agosto dopo essere partita per intervistare Peter Madsen, 46 anni, inventore danese e creatore del sottomarino artigianale Nautilus UC3. L’uomo è in carcere, accusato di omicidio colposo.

Il compagno della Wall aveva denunciato la scomparsa della fidanzata due settimane fa, una volta che non l’ha vista tornare a terra al termine dell’intervista. La donna era stata vista l’ultima volta a bordo del Nautilus UC3 in compagnia di Madsen che, dopo la denuncia della scomparsa della Wall, ha dichiarato alla polizia di avere riportato la giornalista sana e salva a terra al termine dell’intervista, in una zona remota del porto di Copenaghen.

Successivamente, in altre deposizioni, l’inventore ha cambiato versione, sostenendo che la donna sarebbe morta a causa di un guasto al sottomarino. Il corpo della donna sarebbe stato sepolto in mare dallo stesso Madsen, che è stato tratto in salvo da un uomo del posto che l’ha caricato a bordo della sua barca, riportandolo a terra. Il Nautilus UC3 è stato rintracciato dagli investigatori a Koge Bay, a sud di Copenaghen. La polizia ha recuperato il relitto del sottomarino, dentro il quale però non è stato ritrovato il corpo di Kim Wall.

La polizia ha cercato la giornalista grazie all’ausilio di sonar e sommozzatori, ripercorrendo il percorso fatto dal sottomarino, fino al ritrovamento di lunedì sera sulla costa sud di Copenaghen. Viste le condizioni del cadavere – di cui è rimasto solo il busto -, la polizia ha stabilito che il corpo della Wall è stato deliberatamente mutilato. Madsen – noto in Danimarca anche come “Rocket Madsen” per i suoi progetti sottomarini e per essere il cofondatore dell’azienda Copenaghen Suborbitals, nata nel 2008 con la missione di lanciare navicelle spaziali e razzi in orbita -, è accusato di omicidio colposo e trattenuto in carcere dalla polizia danese.

Kim Wall era una giornalista freelance svedese, laureata presso la University of Columbia di New York, e aveva collaborato con diverse testate giornalistiche, tra cui il The New York Times. Negli anni ha realizzato diversi reportage da diversi paesi del mondo, come Nord Corea, Haiti, Uganda e Cina, dove era pronta a trasferirsi con il fidanzato.

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