Attacchi in Spagna, caccia a quattro terroristi

di Redazione

Due attentati, uno a poche ore dall’altro, compiuti con la stessa tecnica. 14  morti e circa 130 feriti sulle Ramblas a Barcellona. Mentre cinque “sospetti terroristi” sono stati uccisi in un’azione fotocopia nella località balneare di Cambrils.

Tra i morti di Barcellona ci sono due vittime italiane (leggi qui). Una è Bruno Gulotta, 35 anni di Legnano (Milano), responsabile marketing di una rivista on line di hardware. Morto sotto gli occhi dei figli di 1 e 5 anni, come ha raccontato la moglie Martina. L’altro è Luca Russo, 25 anni, di Bassano del Grappa (Vicenza), laureatosi in Ingegneria a Padova l’anno scorso.

Secondo il quotidiano La Vanguardia, la polizia catalana è a caccia di quattro persone collegate agli attentati in Spagna: si tratta di Moussa Oukabir (il 17enne sospettato di essere il conducente del furgone dell’attentato a La Rambla), Mohamed Hychami di 24 anni, Younes Abouyaaqoub, 22enne, tutti di Ripoll, e Said Aallaa, 18enne di Ribes de Freser. Tutti e quattro hanno origini marocchine.

Erano passate solo poche ore dall’attentato sulla Rambla di Barcellona, dove un furgone lanciato sulla folla ha ucciso 13 persone, quando nella cittadina di Cambrils, a un centinaio di chilometri, andava in scena un secondo attacco. Cinque terroristi alla guida di un’auto hanno travolto i passanti nel porto e poi li hanno colpiti con asce e coltelli. Indosso avevano false cinture esplosive. Gli assalitori sono stati tutti uccisi dalla polizia, ma prima sono riusciti a ferire sei civili e un poliziotto. Una donna è morta in mattinata in ospedale per le gravi lesioni subite.

Gli inquirenti sono sicuri che gli attacchi di Barcellona e Cambrils siano collegati: per corroborare questa tesi la polizia sta indagando sulla possibilità che l’autore materiale dell’attentato sulla Rambla sia uno dei cinque terroristi uccisi. Il capo della polizia locale, Josep Lluis Trapero, ha sottolineato che per ora il conducente del van non è stato identificato e si continua a cercarlo, ma che s’indaga anche se sia tra i cinque uccisi. Si tratterebbe del 17enne Moussa Oukabir, fratello minore di Driss, arrestato ieri per presunti legami con l’attentato. Lo stesso Moussa potrebbe essere colui che ieri sera ha rubato un’auto, uccidendo con un coltello il conducente, e che nella fuga ha saltato il posto di blocco della polizia a Diagonal, ferendo un agente.

In relazione all’attacco a Cambrils oggi è stata arrestata una quarta persona a Ripoll, in Catalogna. Sempre a Ripoll è stato arrestato in mattinata un terzo uomo; fermato ieri sera ad Alcanar un altro uomo, di Melilla, dopo un’esplosione in una abitazione. E proprio questa cittadina a 200 chilometri da Barcellona e a un centinaio da Cambrils, è diventata l’anello di congiunzione dei due attacchi. L’esplosione, avvenuta nella notte tra mercoledì e giovedì, è stata causata da una persona che maneggiava una ventina di bombole di gas. Un uomo è morto mentre un altro è rimasto ferito, ricoverato in ospedale e arrestato.

Una seconda esplosione, accidentale, ha travolto i soccorritori poco dopo, causando sei feriti tra vigili del fuoco e poliziotti. Secondo gli investigatori, i terroristi di Barcellona e Cambrils facevano parte di una cellula che aveva pianificato di attaccare la città catalana con furgoni-bomba ma l’esplosione avvenuta nella casa di Alcanar, dove venivano nascosti gli esplosivi, avrebbe obbligato gli attentatori a cambiare piano e a scegliere di travolgere i passanti sulla Rambla. Le forze antiterrorismo spagnole ammettono al momento di non possedere tutte le tessere del puzzle: ciò che è chiaro è che si è trattato di un commando organizzato, composto da una dozzina di membri con legami “di parentela” tra di loro.

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