Aversa, il caso Forza Italia mina l’architettura della maggioranza

di Antonio Arduino

Aversa – “Se avessimo voluto votare Forza Italia avremmo scelto Gianpaolo Dello Vicario che oggi sarebbe il nostro sindaco”. Questo il commento raccolto tra gli aversani che formano “capannelli” nei punti di ritrovo della città. Un punto di vista che riportiamo perché, dopo averlo espresso, molti degli elettori hanno aggiunto che a questo punto il sindaco farebbe bene a dimettersi dal momento che non è più sostenuto da esponenti di liste civiche ma da un partito ben individuabile, vale a dire Forza Italia.

A motivare questa considerazione è la composizione della nuova maggioranza targata Zinzi in cui sono presenti elementi eletti dalle liste civiche che hanno sostenuto la candidatura di De Cristofaro. In dettaglio, sono transitati in Forza Italia Augusto Bisceglia, Francesco Di Palma, Domenico Palmieri, Michele Galluccio eletti con Forza Aversa. Poi troviamo Stefano Di Grazia eletto con “Noi Aversani” e dichiaratosi recentemente indipendente, Renato Oliva eletto con “Aversa Futura”, Alfonso Oliva (assessore in carica), Raffaele De Gaetano, Daniele Paolo Sbano, Danila De Cristofaro eletti con “Aversa Domani”, Mario Tozzi e Isidoro Orabona (dichiaratosi indipendente) eletti con “Alleanza per Aversa”.

Una composizione della maggioranza che etichetta l’elettorato con il simbolo di un partito che non intendeva votare. Considerando che il sindaco ha sempre affermato di essere apparentato solo con la città, come dimostrava la composizione delle liste civiche che lo hanno sostenuto, viene logico chiedere ora con chi sia apparentato se viene sostenuto da Forza Italia che, fino a poche ore fa, in Consiglio era in minoranza essendo rappresentata solo da Nicla Virgilio e Dello Vicario. ai quali si aggiunge (o in Consiglio ci saranno di nuovo due gruppi di Forza Italia come con Sagliocco?) il nuovo gruppo coordinato da suo figlio Orlando De Cristofaro e presieduto da Paolo Galluccio, considerato espressione di Zinzi?

Se cede la base di una costruzione, da architetto di professione, il sindaco sa che crolla tutto il fabbricato. E quando il fabbricato è l’amministrazione che deve governare una città cosa dovranno aspettarsi gli aversani?  Logico che si sentano traditi e chiedano le dimissioni del primo cittadino per tornare alle urne per votare, questa volta, i partiti e non essere ceduti ai partiti a loro insaputa. Se si deve dare spazio ai partiti almeno vorrebbero poterseli scegliere.

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