“Impero Couture”, l’atelier campano di scena nel Palazzo Manganelli di Catania

di Redazione

Desiderio d’ebrezza, concretezza della forma. Incanto, indomabile putiferio di emozioni. Il mondo Impero Couture scava nelle evocazioni, in quelle sensazioni remote che l’occhio non riesce descrivere e che solo l’istinto coglie per renderle sue, per ingabbiarle in uno stupendo orizzonte di libertà. E’ come se gli abiti prendessero vita ed ogni sposa diventa una Cenerentola da ammirare in ogni ogni suo piccolo dettaglio. E il grande giorno può arrivare con passo lento, pronto a contemplare un’opera d’arte senza precedenti.

Lasciano senza parole i capi concepiti da Luigi Auletta, fondatore dell’atelier campano, con sede operativa a Carinaro (Caserta), approdato, nei giorni scorsi, nella stupenda cornice di Palazzo Manganelli, a Catania, dove ha avuto luogo un meeting con clienti provenienti dalla Sardegna, dalla Sicilia e dalla Calabria.

Una realtà settecentesca in grado di esaltare la bellezza, costante di fondamentale importanza: “Il successo di Impero – dice lo stilista – lo si deve alla mia mente, che non si è mai accontenta della semplice moda. Ho cercato sempre di realizzare cose molto speciali. Il nome di questo marchio che, per certi versi, è legato a grandi responsabilità, non poteva non puntare a grandi cose. Con Palazzo Manganelli, abbiamo dato prova della rivoluzione che stiamo attuando nell’ambito della moda, la quale, sempre più, si allontana dalle ristrettezze degli showroom per approdare a contesti che ne esaltano maggiormente gli aspetti più complessi Passeggiare in mezzo alla storia, guardare quelle mura, immedesimarsi nelle persone che vi hanno vissuto, è stata un’esperienza indimenticabile. Il principe Scipione, a cui va il mio ringraziamento, mi ha permesso di vivere un qualcosa di indescrivibile ed è stato bellissimo. La moda e l’arte hanno un filo conduttore che li lega in modo indissolubile. Ogni forma di arte è un derivato dell’architettura ed è attraverso le bellezze artistiche che nasce l’ispirazione per ogni forma stilistica bella da vedere. Sicuramente Palazzo Manganelli ha lasciato e lascerà nella mia mente e nel mio cuore tante fonti di ispirazione. Quando guardo le immagini dell’esposizione, quei filmati, quelle foto, mi emoziono fortemente; è stato lo scenario giusto per l’alta moda nata per muoversi spalla a spalla con l’arte. Bisogna donare ai clienti ed appassionati, un aspetto estetico coinvolgente, capace di inebriare l’anima. E’ con questi presupposti che si possono iniziare a valutare, da un nuovo punto di vista, strutture storiche funzionali a rendere l’idea dell’incanto Impero. Sono i dettagli a far sì che il totale sia più affascinante ed attraente. Sicuramente ci saranno nuovi eventi in futuro perché mi piace affrontare sempre più nuove sfide. Magari abbracciando il sud Italia in numerose tappe, oppure organizzando un megaevento che raggruppi tutti i clienti provenienti dalle varie regione d’Italia. In entrambe le situazioni, verrebbe proposta la collezione in una chiave totalmente diversa, che non posso ancora svelare. C’è da restare incantati. Insomma, la nostra rivoluzione è stata già avviata e guarda oltre le mura convenzionali”.

Numerosi sono gli eventi in cui “Impero Couture” figura con le sue modelle lungo le passerelle. Un successo frutto di lavoro e dedizione: “Il nome è stato concepito in relazione alla mia grande passione per i colossal biblici, che restano impressi come resta impressa la nostra arte creativa nei vestiti che firmiamo. Ho sempre cullato l’idea del dominio, del raggiungimento di un qualcosa di importante percorrendo la scia dell’epoca romana. Quando ho cominciato, non avevo idea di dove saremmo potuti arrivare. Ho lavorato con il cuore, senza sentire il peso dello sforzo. Il successo si è presentato puntuale alla nostra porta, ma il ringraziamento va, indubbiamente, alla grande squadra che mi ha supportato e mi sta supportando in questo cammino. Devo tanto a loro. Io sono il personaggio che con la sua creatività dà quel tocco in più, ma ogni componente del team, con grande costanza ed impegno, ha saputo e sa rappresentare un punto di riferimento fondamentale. Cosa abbiamo di diverso? Beh, siamo stati i primi a far approdare un outfit completo sul grande schermo. Volendo fare un esempio, la differenza tra il nostro spot e quelli degli altri, è che il nostro fa venire la pelle d’oca ed induce le donne che lo osservano a pensare che quel capo potrebbe diventare il loro”.

I progetti che vedono schierato in prima linea “Impero Couture” sono numerosi, ma c’è un pensiero che dolcemente culla i sogni di Luigi Auletta: “Sogno di poter continuare il lavoro con la soap opera americana ‘Beautiful’. Sto cercando di portare il cast in Campania per realizzare una decina di puntate in terra nostrana. Il nostro territorio è spettacolare, unico nel suo genere. Sarebbe un’occasione per portare innovazione, dare spazio a figure artistiche giovani, valorizzare locations dalla bellezza storica e paesaggistica ineguagliabile. Ho conosciuto diversi personaggi di spessore, tra cui Jennifer Lopez o Paris Hilton, ma chi mi ha comunicato un qualcosa in più è stata Kelly. Per quanto riguarda quest’ultima, ho percepito, sin da subito, che sarebbe stata la persona adatta al nostro brand così come, allo stesso modo, ho pensato che il nostro brand potesse essere più che adatto a lei. E’ nato un legame molte forte. In 5 campagne pubblicitarie portate avanti insieme, abbiamo ottenuto una forza, un’immagine, una luce che regna sovrana su ogni forma di femminilità e donna. Kelly è una figura televisiva, artistica, una vera e propria star. Nella realtà, consentitemi di dirlo, è una persona dotata di una straordinaria semplicità, quella che ritroviamo nella vita delle donne che incontriamo ogni giorno nella quotidianità. Non so se in futuro ci saranno nuove icone per il nostro atelier, ma, per adesso, posso affermare, senza indugi, che Katherine Kelly Lang è la regina di Impero. Coniugare la moda e la bellezza deve essere, per noi, un obiettivo. Impero Couture può diventare un ottimo partner per la Forrester Creations ed è su questo principio che si può ambire a conquistare il panorama della moda mondiale”.

La scelta di una modella, quanto conta per esaltare al modo giusto un vestito? “Credo sia di vitale importanza. Attraverso la femminilità, la classe, lo charme della modella, vengono trasmessi messaggi forti. Molto dipende da come lei vive l’abito che indossa, così da poter imprimergli vita. Gli abiti sono come delle piante che non si muovono, ma sprigionano vita. Riescono a vivere attraverso la sensibilità della persona che lo veste. La modella deve sentire quell’abito suo; in questo modo riesce a dar vita, nel cuore di chi osserva, a delle emozioni spettacolari”.

“Impero Couture” all’estero? “La maison Impero non aspira a Dubai o alle classiche zone gettonate del mondo. Mi piacerebbe giungere a Monte Carlo, a Parigi, a Londra e posizionare il prodotto in quelle capitali europee dove è forte il fascino esercitato dal Made in Italy. I clienti all’estero indossano, prima di tutto, una concezione diversa del Made in Italy, animata dal desiderio d’eccesso placato dalla bellezza naturale delle forme. Il prodotto può essere costruito ovunque, ma imprimere un indirizzo con la propria creatività è un qualcosa di unico, irripetibile. E’ proprio ciò che avviene nella fase di produzione”.

Un saluto dallo stilista: “Volevo ringraziare coloro che ci seguono da sempre. Devono pensare una cosa importante, ovvero che io cercherò sempre di dare loro del mio meglio perché ho sempre concepito questo lavoro come un grande amore, un qualcosa di profondo, radicato, che si erge dal profondo mio cuore. Sono partito da zero, da meno 15 milioni, il denaro non mi appartiene. L’importante è stato ed è restare sempre umili, perché non si smette mai di crescere e ci si migliora costantemente”.

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