Russiagate, Comey: “Trump mi ha diffamato. Mosca ha interferito nel voto”

di Redazione

L’amministrazione del presidente americano Donald Trump ha scelto di “diffamarmi e ha mentito su di me e sull’Fbi. L’Fbi è e sarà sempre indipendente”. Lo ha detto l’ex direttore del Bureau, James Comey, nel corso dell’audizione in Senato sul caso Russiagate. “Non sta a me dire se c’è stata ostruzione alla giustizia” da parte del tycoon, ha aggiunto. “Trump non mi chiese di fermare l’inchiesta sulle interferenze russe nelle elezioni”.

Davanti alla commissione Intelligence del Senato James Comey accusa la presidenza Trump: “Sono state dette bugie, mi dispiace per gli americani. Le motivazioni per il licenziamento erano ambigue, non avevano senso, mi hanno confuso e preoccupato”.

L’ex numero uno dell’Fbi attacca: “C’è stato uno sforzo massiccio da parte di Mosca di colpire le elezioni presidenziali americane e l’Fbi seppe dei tentativi di hackeraggio da parte dei russi alla fine del 2015. Centinaia di obiettivi sono stati colpiti nel tentativo di compromettere il processo elettorale”.

James Comey riferisce ulteriori particolari dell’incontro avvenuto il 27 gennaio con Donald Trump: “Sembrava che volesse ottenere qualcosa in cambio della mia richiesta di restare in carica. Non penso che stia a me dire se la conversazione che ho avuto con il presidente sia stato un tentativo di ostruzione della giustizia ma l’ho presa come una cosa molto allarmante e preoccupante”.

Comey si è rifiutato di dichiarare se consideri l’invito del presidente degli Stati Uniti di abbandonare le indagini sull’ex consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, un tentativo di ostruire la Giustizia, ma l’ha definito “molto inquietante e preoccupante”. L’ex direttore dell’Fbi aggiunge di aver preso le parole di Trump “come un indirizzo. Le ho considerate come quello che voleva che io facessi”.

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