Raid americani in Iraq e Siria: 332 civili uccisi per errore in due mesi

di Redazione

Sono almeno 332 i civili uccisi per errore tra marzo e aprile nei raid aerei della coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti in Siria e Iraq. E’ la cifra indicata nell’ultimo rapporto pubblicato dai militari americani. Dall’inizio dell’operazione Inherent Resolve contro lo Stato Islamico, nell’estate del 2014, le vittime sono almeno 484. Negli ultimi due mesi, dall’l’insediamento di Donald Trump, c’è stato un forte aumento dei morti.

Dall’agosto del 2014, quando è partita la campagna anti-Isis in Iraq poi estesa in Siria, sono almeno 484 i civili uccisi per errore dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. Ma il dato che più impressiona nel rapporto mensile pubblicato dalla coalizione è l’aumento dei morti tra i civili da quando si è insediato Donald Trump. Segno di una recrudescenza dei raid condotti con aerei e droni nel momento in cui si tenta la riconquista delle due principali roccaforti dello stato islamico: la città irachena di Mosul e quella siriana di Raqqa.

La maggior parte delle “vittime collaterali” delle incursioni della coalizione è avvenuta a Mosul, dove almeno 105 civili – tra cui molte donne e bambini – sarebbe rimasti sotto le macerie di un edificio abbattuto dai missili. Edificio in cui si nascondeva un gruppo di militanti jihadisti.

Ma se già queste cifre risultano scioccanti per l’opinione pubblica, ci sono organizzazioni non governative come Airwars che denunciano la scarsa veridicità dei numeri ufficiali. E se il Dipartimento alla Difesa americano riconosce oltre 400 civili uccisi per sbaglio dall’agosto 2014, per Airwars in realtà il numero sarebbe di oltre 3.800, tenuto nascosto dalle autorità americane. “E’ la guerra…”, aveva commentato tempo fa il numero uno del Pentagono, l’ex generale James Mattis.

Non c’è oramai dubbio che la guerra sul campo contro l’Isis si sia fatta più serrata rispetto ai tempi dell’amministrazione Obama, quando alcuni paletti molto stringenti erano stati posti alle varie operazioni, proprio per evitare l’impressione nel mondo musulmano di una vera e propria guerra scatenata dagli Usa e dai suoi alleati. Ora quei paletti sarebbero in gran parte saltati. E’ noto infatti che la Casa Bianca di Trump ha dato direttive ben precise negli ultimi mesi, dando al Pentagono, ai vertici militari e alla Cia molta più autonomia nel decidere tempi e modalità delle operazioni, per renderle più tempestive ed efficaci. Un’efficacia, però che rischia di essere pagata a carissimo prezzo.

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